E’ noto da sempre che la miglior strategia per battere il tumore maligno del polmone consista in una sua precoce individuazione, quando ancora le dimensioni limitate consentono un trattamento chirurgico radicale in molti casi risolutivo.
Purtroppo, invece, capita il più delle volte che il tumore polmonare si presenti, già avanzato e comunque di dimensioni tali da non poter più essere completamente asportabile chirurgicamente, con
- dispnea (disagio respiratorio)
- tosse persistente
- dolore toracicoo
- emoftoe (emissione di sangue dalla bocca con i colpi di tosse)
(vedi “Gli esami per individuare le malattie respiratorie e i tumori polmonari e pleurici”).
Spesso in questi casi il quadro radiologico del torace dimostra, sin dall’esordio, un’estensione del tumore incompatibile con una reale possibilità di completa guarigione.
Fino ad ora una delle possibilità diagnostiche più precoci era offerta dalla TAC spirale del torace cosiddetta “a bassa intensità” (esposizione del paziente a una bassa dose di radiazioni), senza mezzo di contrasto, che consentiva di intercettare la neoplasia maligna polmonare in una fase ancora non avanzata.
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Questa sembrava particolarmente vantaggiosa per i soggetti esposti ad aumentato rischio di svilupparla (fumatori ed esposti a inquinanti urbani), quando ancora non erano presenti sintomi tali da far presumere la presenza del tumore polmonare.
Tale possibilità, tuttavia, per quanto in grado di offrire una possibilità di diagnosi precoce, doveva fare i conti con i rischi impliciti nella periodica e ripetuta esposizione nel tempo alle radiazioni che tale tipo di esame richiedeva per essere efficace nel caso di un sua iniziale negatività.
Oltre al fatto che la pratica routinaria della TAC consentiva di individuare, specie nel fumatore, tutta una serie di piccole lesioni del polmone spesso non evolutive, che mai si sarebbero potute individuare con un metodo dotato di minor definizione ma non necessariamente a rischio di progressione, aprendo il grande dubbio di dover intervenire, con tutti i rischi operatori correlati, su lesioni inattive o dotate di scarsissima pericolosità evolutiva.
La TAC spirale è stata ultimamente molto rivalutata, soprattutto dopo aver osservato che la mortalità complessiva per tumore polmonare nel gruppo dei pazienti controllati e in quello dei soggetti non sottoposti a tale tipo di periodico controllo, era praticamente quasi sovrapponibile!
A proposito dei cosiddetti marcatori tumorali, cioè di quelle particolari sostanze presenti nel sangue di molti individui portatori di tumore, si sono visti nel tempo i molti limiti rappresentati dal dosaggio sul sangue degli stessi, potendosi concludere per una loro grande aspecificità, in quanto la loro eventuale positività spesso non correla con la reale presenza del tumore (falsi positivi) mentre la loro negatività non esclude la presenza del tumore (falsi negativi), essendo certamente più utili a consentire non tanto una improbabile diagnosi precoce, quanto il monitoraggio (comportamento del tumore nel tempo) di una forma tumorale già diagnosticata con un’altra metodica.
La nuova possibilità diagnostica
Si è recentemente affacciata sulla scena una nuova possibilità diagnostica, frutto della ricerca.
Si tratta di un metodo certamente non invasivo che potrebbe rappresentare in futuro un’arma in più a favore della diagnosi precoce.
Nell’attesa che si confermi la bontà del metodo e che divenga disponibile nella diagnostica di routine, le premesse sembrano confermare le speranze riposte in questo esame.
Sfruttando le nuove nanotecnologie (la tecnologia dell’infinitamente piccolo), il metodo consente di individuare l’esistenza di prodotti biologici del tumore (VOC – composti organici volatili) presenti in piccolissima quantità nell’aria espirata dei soggetti affetti da tumore del polmone.
Un semplice test consistente nel respirare in un boccaglio collegato all’apparecchio rilevatore, sarebbe in grado di distinguere i soggetti sani da quelli ammalati e, pare anche, di distinguere tra i diversi tipi di tumore maligno (tipo istologico).
Teniamoci pronti, quindi, ad accogliere questa interessante novità diagnostica non appena si confermerà all’altezza della situazione e si renderà disponibile su vasta scala.
Un’opportunità in più, probabilmente, per battere sul tempo il tumore polmonare in una fase in cui potrebbe ancora essere risolto in modo definitivo.
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