“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
Mio nonno e mio fratello sono morti di tumore polmonare. Ma il tumore del polmone è ereditario?
Se per “ereditarietà” intendiamo la possibilità di trasmettere una malattia nei discendenti che rispetti le leggi della trasmissione ereditaria secondo un modello “mendeliano”, cioè che segua le leggi della trasmissibilità dei caratteri genetici formulate da Mendel, allora il tumore maligno del polmone non è una malattia ereditaria.
Se invece andiamo a vedere quale probabilità abbiamo di trovare un paziente con tumore polmonare tra i discendenti di un paziente che abbia avuto la stessa malattia, allora il risultato cambia.
Si dice, in questo caso, che esiste una “famigliarità” per il tumore del polmone, che interessa con maggior frequenza i membri di una stessa famiglia.
La cosa, tuttavia, è spesso spiegabile non tanto per una vera e propria “ereditabilità genetica” della malattia, quanto invece per quelle affinità “ereditabili” nello stile di vita e nelle abitudini alimentari, nelle condizioni abitative e di lavoro e nell’esposizione più frequente a fattori potenzialmente cancerogeni, che spesso accomunano i membri di una stessa famiglia e che configurano quelle situazioni di maggior rischio dalle quali discende poi una più elevata possibilità di sviluppare un tumore polmonare.
Da quanto detto è possibile concludere che, per quanto attiene alla possibilità di ammalare di un tumore maligno del polmone, i fattori primari siano più importanti rispetto a quelli genetici nel far correre rischi maggiori ai membri di una stessa famiglia.
Tra questi il fumo di sigaretta, l’esposizione allo smog urbano e all’inquinamento dell’aria delle città, l’esposizione lavorativa e non all’amianto o a sostanze cancerogene derivate dai cicli industriali, senza dimenticare che, in caso di frequente riscontro di tumore polmonare in soggetti che coabitino, sarebbe prudenziale procedere ad una misurazione dei livelli di radon presente negli spazi abitativi (ASL), per escludere quantità elevate di questo pericoloso gas radioattivo cancerogeno che può liberarsi dal terreno in certe zone geografiche.
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