E’ da poco entrata in commercio una novità presentata dall’industria farmaceutica, più precisamente l’erdosteina, nuova molecola farmacologica dotata di più azioni contemporanee, tutte orientate a risolvere i fastidiosi sintomi presenti in occasione di episodi infiammatori delle vie aeree, non solamente legati ad infezioni (virali o batteriche), ma altresì conseguenti all’azione degli ossidanti presenti nello smog urbano in grado di favorire le riacutizzazioni della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
A questo nuovo farmaco vengono ascritte diverse azioni curative, tra le quali:
- Azione mucolitica
Per quanto abbia già espresso un parere relativo alla necessità, prima di tutto, di non scordarsi di idratare correttamente il paziente ogni qual volta si richieda di fluidificare le sue secrezioni bronchiali (vedi “Acqua: la migliore terapia mucolitica”), ricordo come, al di la dell’indispensabilità e dell’insostituibilità dell’acqua nella terapia mucolitica, in farmacopea già esistano alcune molecole farmacologiche di comprovata efficacia in grado di svolgere una buona attività mucolitica sulle secrezioni, associata talvolta anche ad un’azione antiossidante e preventiva sulle riacutizzazioni infiammatorie dei pazienti cronici (vedi “N-acetilcisteina (NAC): farmaco pneumologico non solo mucolitico”).
In molti casi di patologia respiratoria infettivo-infiammatoria acuta microbica, la presenza di una tosse “produttiva” (catarrale) consiglia l’impiego dei mucolitici che più facilmente aiutano il paziente a liberare le vie aeree dai fastidiosi secreti bronchiali e tracheali prodotti dall’infiammazione (vedi “Tosse con catarro: il parere dello pneumologo” – “I consigli dello pneumologo per tosse e catarro: le cause e la terapia” – “Fiori, erbe e piante per la respirazione: prodotti naturali e fitoterapia per tosse, catarro e asma”). - Azione antiossidante
E’ noto come lo stress ossidativo provocato sulle vie aeree dalle sostanze volatili irritanti presenti nell’aria inquinata delle nostre città (vedi “BPCO, smog e traffico automobilistico urbano: il punto dello pneumologo” – “Cina, smog e malattie respiratorie: il punto dello pneumologo” – “Bambini, smog a Torino e rischio di malattie: il punto dello pneumologo”), sia in grado di modificare, complicandolo, il precario equilibrio respiratorio presente in pazienti affetti da malattie respiratorie croniche, tra le quali la bronchite cronica e la BPCO (vedi prima).
La presenza di questi composti ossidanti, infatti, è in grado di aggravare l’infiammazione delle vie aeree, provocando di riflesso un vero e proprio scompenso clinico dei pazienti affetti da malattia ostruttiva cronica dei bronchi.
In alcuni casi l’attività ossidante provocata da queste sostanze, specie in pazienti affetti da particolari deficit genetici, aggrava il rischio di provocare e sostenere gravi patologie delle vie aeree, tra le quali l’enfisema polmonare (vedi “Enfisema polmonare da deficit di α1-antitripsina: lo pneumologo e la terapia”).
L’erdosteina, somministrata al dosaggio di 300 mg (capsule rigide) due volte al dì per un anno, ha dimostrato di ridurre il numero degli episodi di riacutizzazione bronchitica più lievi, limitando, al contempo, la durata delle esacerbazioni della BPCO anche nei pazienti più gravi, indipendentemente dalla serietà della compromissione clinica del paziente. - Azione antinfiammatoria
Si tratta in questo caso della possibilità offerta da questo nuovo farmaco mucolitico di esplicare, attraverso la sua azione anti-leucotrienica, anche una favorevole azione antinfiammatoria sulle vie aeree, operando in tal modo nel senso di una più rapida risoluzione dei fenomeni infiammatori conseguenti ad infezione virale e batterica dell’apparato respiratorio. - Azione antibatterica
l’erdosteina è altresì in grado di svolgere anche una più generale azione antimicrobica (antibatterica), che si aggiunge alle altre già favorevoli azioni farmacologiche precedentemente descritte.
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Anche in questo caso, come già ampiamente sottolineato negli articoli che ho pubblicato nel presente sito ogni qual volta tratto di farmaci e di terapie, è implicito che tale medicinale non vada né prescritto, né tantomeno gestito dal paziente, per quanto riguarda la posologia (dosaggio e intervalli di somministrazione) e la durata d’impiego, ma siano invece il medico e lo specialista pneumologo a stabilirne necessità d’impiego ed eventuale durata del trattamento.
Con queste premesse, tale nuovo presidio farmacologico sembra aggiungersi con efficacia alla già nutrita schiera di farmaci ad azione mucolitico-fluidificante a disposizione dello pneumologo, presentando, rispetto ad essi, qualche novità in più sicuramente da non sottovalutare.
Ricordo come nei pazienti diabetici sia consentita la somministrazione delle sole capsule rigide da 300 mg., anche per 3 volte al dì, mentre è controindicato l’impiego delle bustine di granulato dispersibile in acqua in quanto contenenti saccarosio (zucchero da cucina).
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