Pelle avvizzita e precoce comparsa delle rughe.
L’invecchiamento della pelle è solo una delle molte conseguenze negative legata al fumo di tabacco, venendosi ad aggiungere alle ben più temibili patologie provocate da tale abitudine.
Vediamo, allora, alcuni punti importanti da non sottovalutare quando ci si espone al fumo della sigaretta.
- E’ noto ormai da molti anni quanto l’abitudine tabagica sia correlata con l’aumentato rischio di ammalare di tumore ai polmoni e ai bronchi (vedi “Fumo di sigaretta, tosse, catarro e tumore del polmone: i consigli dello pneumologo”) e di quanto la stessa risulti frequentemente associata ad una maggiore incidenza di patologie broncopolmonari e cardiovascolari, ma non solo, andandosi a sommare agli effetti negativi che l’inquinamento urbano (vedi “BPCO, smog e traffico automobilistico urbano: il punto dello pneumologo”) ha non solamente sull’apparato respiratorio (vedi “Cina, smog e malattie respiratorie: il punto dello pneumologo”), ma altresì su vari organi extra-polmonari, specie nei bambini, fino a determinare quel significativo aumento di mutazioni del DNA che conduce a vari tipi di tumore solido, di leucemie acute e di linfomi maligni (vedi “Bambini, smog a Torino e rischio di malattie: il punto dello pneumologo”).
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- Tra le patologie respiratorie che più di altre risentono negativamente dell’esposizione al fumo di sigaretta, in molti casi vero e proprio fattore scatenante e favorente la comparsa ed il mantenimento delle stesse, compaiono
– asma bronchiale
– broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) (vedi “Asma e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo” – “BPCO e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo”)
per le quali risulta indispensabile un sempre maggior impegno in campagne sociali orientate alla dissuasione dal fumo e alla possibilità di cogliere precocemente i segni iniziali del danno funzionale respiratorio (vedi “Fumo di sigaretta e inquinamento urbano: individuazione precoce dei danni funzionali” – “BPCO: individuazione precoce e utilità della spirometria. Le considerazioni dello pneumologo”).Studi sempre più puntuali, finalizzati a cogliere eventuali esposizioni o abitudini di vita rischiose per la salute respiratoria, hanno, tra l’altro, recentemente individuato nell’inalazione dei prodotti detergenti per le pulizie della casa, una possibile concausa di danno respiratorio cronico (vedi “Casalinghe e detergenti per la casa: pulire è come fumare? Il parere dello pneumologo”). - Come indicato nel titolo, oltre ai diversi organi colpiti dagli effetti negativi delle sigarette di cui ho detto sopra, anche la pelle deve purtroppo pagare un suo tributo per l’esposizione al fumo.Esso è responsabile di quelle alterazioni della cute che, complici le modificazioni circolatorie del microcircolo capillare e l’intossicazione cronica dei tessuti del derma e dell’ipoderma da parte degli inquinanti generati dalla combustione del tabacco, fanno assumere al volto del fumatore quell’aspetto caratteristico noto come “smoker’s face” (faccia del fumatore), quale fosse una sorta di “marker” somatico identificativo dell’abitudine al fumo, connotato da
– un colore grigiastro “malsano” della cute del viso
– un aspetto abnormemente rugoso della stessa
– una pelle secca, anelastica e disidratata
– dalla precoce comparsa di quelle sottili rughe radiali ai lati degli occhi, più note come “zampe d’oca” e della bocca, tanto temute dalle signore in quanto sinonimo di “invecchiamento”.
La “smoker’s face” sembrerebbe presente in circa la metà dei fumatori che fumano non meno di 25 “packs/year” di sigarette (25 pacchetti di sigarette all’anno), da almeno 10 anni. - Il motivo di tali alterazioni è da ricercare nelle sostanze presenti nel fumo di sigaretta.Tra queste, la nicotina è responsabile dell’azione vasocostrittrice sulla rete arteriolare e capillare della pelle, cui si deve la difettosa irrorazione dei tessuti cutanei (effetto “ ischemizzante”), con un meccanismo non dissimile da quello che provoca la malattia ischemica del cuore (malattia coronarica) e la patologia vascolare arteriosa (vasculopatia) legata al fumo.
- Di un’ulteriore vera e propria azione tossica sulla pelle è responsabile il monossido di carbonio che si genera nel corso della combustione del tabacco, così come i molti inquinanti ossidanti e i radicali liberi ad azione infiammatoria che, nel loro insieme, provocano danni sul collagene e sulle fibre elastiche della cute, con perdita della sua fisiologica elasticità plastica.
Ma altre azioni negative sulla pelle sono ancora conseguenti al fumo della sigaretta.
Tra queste:
- un vistoso rallentamento dei processi riparativi e cicatriziali
- la distruzione delle fibre collagene responsabile della precoce comparsa delle rughe
- l’assottigliamento generalizzato dei tessuti cutanei di tutto il corpo e non solo di quelli del viso
- la possibile comparsa di tumori cutanei conseguenti ai danni esercitati sul DNA dalle molte sostanze cancerogene presenti nel fumo di sigaretta.
A questo proposito si è visto come il rischio di sviluppare un carcinoma squamoso maligno basocellulare (basalioma) e spinocellulare (spinotelioma) della cute sia tre volte maggiore, rispetto ai non fumatori, in chi fuma tra le 10 e le 20 sigarette al giorno e sia doppio in coloro che fumano meno di 10 sigarette al dì.
A questi effetti “invecchianti” del fumo sulla pelle si sommano, naturalmente, gli ulteriori fattori di “aging” (invecchiamento) legati all’esposizione al clima inquinato (smog) delle grandi realtà urbane.
- Si tenga presente, inoltre, che fumando, l’azione “anti-aging” delle creme idratanti che le signore sono solite utilizzare per minimizzare, specie sulla cute del viso, gli effetti del “tempo che passa”, svanisce come neve al sole!
L’azione “invecchiante” del fumo di sigaretta, infatti, è spesso assai più potente dell’azione protettiva che si vorrebbe pretendere dalla crema “di bellezza”, un po’ come il miglior pompiere del mondo non è in grado di domare le fiamme di un incendio sul quale si continui a gettare benzina!
Oltre a questo, si tenga conto del fatto che la presenza della crema idratante e “protettiva”, potrebbe addirittura facilitare la solubilizzazione ed il trasporto agli strati più profondi del derma, delle pericolose sostanze presenti nel fumo della sigaretta che circonda il fumatore, accentuando in modo paradossale i danni cutanei delle stesse. - Interessante il fatto che, in caso si rinunci alla sigaretta per un periodo di almeno nove mesi, si sia dimostrata una significativa reversibilità dei danni, sia in termini di migliore irrorazione della cute, sia per quanto riguarda l’elasticità, la pigmentazione, l’idratazione, la quantità di rughe ed il trofismo (stato di nutrizione) della stessa, fino al punto di ottenere un recupero di età biologica della cute quantificabile in circa 10 anni!
Si tenga conto anche di questi negativi effetti che il fumo della sigaretta esercita sulla pelle, ancor più nel caso in cui il “fumatore” sia una donna sempre alla ricerca dell’eterna giovinezza, quando si tratti di trovare quel “perché” davvero motivante, che consenta alla fine di abbandonare per sempre e con convinzione il fumo di sigaretta, da considerare oggi, per innumerevoli ragioni, come una tra le peggiori e più pericolose abitudini dell’uomo.
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