E’ un problema ancora tristemente attuale: figli, mogli, mariti e parenti vari costretti a subire la pericolosa abitudine imposta da poco rispettosi congiunti fumatori.
Scopriamo insieme a quali rischi sono esposti i fumatori passivi nell’articolo di oggi.
Fumo attivo delle sigarette e fumo passivo.
“Cosa rischio se mio marito fuma?” mi chiedono le mogli dei miei pazienti fumatori.
O ancora:
“Ho un bambino piccolo e fumo in macchina. Davvero ci sono pericoli per lui? ”.
Spesso poco cambia per chi, rifiutando di fumare in quanto consapevole dei rischi che l’abitudine tabagica comporta, deve poi essere letteralmente “violentato” dalla prepotenza di chi insiste nell’imporgli il fumo.
E questo ben oltre quanto stabilito dalla vigente legge, che in Italia (legge 16 gennaio 2003 n. 3 art. 51) ha decretato che “è vietato fumare nei locali chiusi, ad eccezione di quelli privati non aperti ad utenti o al pubblico … ”.
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Capita ancora oggi, infatti, per quanto con frequenza decisamente minore rispetto a quanto avveniva prima che entrasse in vigore la legge che vieta di fumare nei locali pubblici, di vedere esposti al fumo, in abitazioni private e in automobile, figli, mogli, mariti e parenti vari che, loro malgrado, devono subire la pericolosa abitudine imposta qualche volta da poco rispettosi congiunti fumatori.
In qualche caso il fumo passivo continua a essere un problema nelle abitazioni private più che in auto, per la maggior facilità di controllo da parte dell’Autorità, e la legge sembra in molti casi non potersi applicare in modo efficace per la cocciuta convinzione che molti fumatori hanno dell’innocuità del fumo (“E’ inutile che mi privi del fumo se tanto poi respiro aria inquinata”) o perché spesso sono resi dubbiosi dei pericoli che comporti, per le “esagerazioni ” che si fanno nel volerlo considerare dannoso (“Dicono, dicono… ma poi siamo davvero sicuri che il fumo faccia male e che la causa dei tumori non sia altro? Non ne sono così convint… a me non la raccontano! …”).
In questi luoghi privati, infatti, la legge sembra applicarsi con maggiori difficoltà, nonostante l’ulteriore restrizione al fumo imposta dal Decreto Lgs. N. 6 del 12 gennaio 2016 che, recependo la Direttiva europea 2014/40/UE, vieta il fumo anche “… negli autoveicoli in presenza di minori e di donne in gravidanza e nelle pertinenze esterne di ospedali …”.
Fumatori passivi: a quali rischi sono esposti?
Vediamo, allora, a quali rischi sono esposti i fumatori passivi.
Incomincerò col dire che i rischi per la salute che corrono questi soggetti sono, in linea di massima, poi non tanto diversi da quelli che corrono i fumatori attivi.
L’apparato respiratorio, infatti, non facendo differenze rispetto a quale sigaretta ha prodotto il fumo che inopportunamente penetra nelle vie aeree, punisce con la malattia sia il fumatore attivo, responsabile in prima persona della produzione del fumo di tabacco, sia il fumatore passivo che, per quanto incolpevolmente, purtroppo lo inala già bell’e fatto senza essere il diretto artefice della sua produzione.
L’esposizione al fumo passivo può, come nel caso del fumo attivo, essere responsabile delle seguenti condizioni patologiche:
- Bronchite acuta
Specie nei più giovani esposti in casa al fumo dei genitori e dei nonni, (vedi “ Bronchite acuta e cronica”), con una frequenza decisamente superiore di ammalare, nel corso della vita, di bronchite cronica e di broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) (vedi “Ho la bronchite cronica o la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO)?”).
E’ ormai noto, infatti, senza tema di smentita, quanto la responsabilità di tale quadro patologico respiratorio cronico sia da attribuire ai danni provocati all’apparato respiratorio dal fumo di sigaretta e dall’aria inquinata delle città (vedi “BPCO e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo” – “BPCO, smog e traffico automobilistico urbano: il punto dello pneumologo”).
Tali malattie respiratorie croniche espongono i fumatori passivi a un amentato rischio di contrarre, specie nei mesi freddi, episodi di polmonite e broncopolmonite, oltre al ben noto tumore ai polmoni e ai bronchiche rappresenta la conseguenza più grave dell’esposizione al fumo di sigaretta anche passivo (vedi “ Fumo di sigaretta, tosse, catarro e tumore del polmone: i consigli dello pneumologo”). - Peggioramento e amplificazione del danno da smog delle città
(vedi “Fumo di sigaretta e inquinamento urbano: individuazione precoce dei danni funzionali”).
A proposito di quanto detto prima, l’inevitabilità dell’esposizione agli inquinanti urbani (vedi “Inquinamento urbano e cancro polmonare”) da parte di chi vive nelle grandi città, non deve servire da alibi per fumare liberamente “… tanto c’è già lo smog, quindi …! ” o per esporre all’inalazione del fumo passivo i propri famigliari.
Al danno provocato dallo smog, infatti, quello da fumo passivo delle sigarette si aggiunge come ulteriore fattore di sommazione aggravante i danni irritativi e cancerogeni già provocati dall’inquinamento. - Infezioni respiratorie più frequenti
Asma bronchiale (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere”) e infezioni respiratorie sono più frequenti nei bambini e negli adulti esposti a fumo passivo (vedi “Bronchiti, polmoniti e altre infezioni respiratorie invernali: i consigli dello pneumologo”).
E’ noto, infatti, quanto i figli dei fumatori siano più frequentemente esposti, rispetto ai figli dei non fumatori, al rischio di asma (vedi “Asma e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo” – “Fumo e asma: parlarne non è mai abbastanza”), oltre alla maggior facilità di contrarre infezioni acute respiratorie.
Il fumo di tabacco, infatti, deprime la corretta funzionalità del sistema immunitario responsabile della produzione di anticorpi e, unitamente al persistente danno infiammatorio che provoca sulle vie aeree, si rende responsabile dell’aumento degli episodi di asma e degli episodi infettivo-infiammatori acuti del tratto respiratorio che, più frequentemente, si riscontrano nei fumatori passivi rispetto ai non esposti. - Maggiore possibilità di sensibilizzazioni allergiche.
Nei figli dei fumatori e, più in generale, nei soggetti atopici, che per caratteristiche genetiche personali sono potenzialmente in grado di sviluppare malattie allergiche nel corso della vita (vedi “Pollinosi” – “Malattie allergiche delle vie aeree”), l’esposizione al fumo passivo delle sigarette aumenta il rischio di sensibilizzarsi ad allergeni ambientali e di manifestare una malattia allergica non solamente respiratoria (vedi “ Tosse e allergia: il parere dello pneumologo” – “Asma allergico da acari della polvere: i consigli dello pneumologo”). - L’esposizione delle gestanti al fumo passivo, inoltre, rappresenta un fattore di maggior rischio di malattie respiratorie anche nel nascituro.
Si tenga presente, pertanto, di quanto sopra esposto, ogni qual volta ci si trovi, magari anche solo inavvertitamente, a fumare in presenza di terze persona, tanto più quando quelle “terze persone” sono i propri figli o una moglie incinta.
Il rischio di danno negli esposti al fumo passivo delle sigarette, infatti, non è più soltanto un’ipotesi o il pretestuoso pensiero delirante di qualche ricercatore schierato, ma è ormai un consolidato e incontestabile dato scientifico al quale tutti dobbiamo attenerci, se vogliamo poterci definire rispettosi di chi ci è vicino.
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