Come se non lo avessi già ripetuto a sufficienza nei molti articoli che ho dedicato ai danni da fumo di sigaretta, ritorno sull’argomento questa volta per trattare lo specifico problema dei molti effetti nocivi che il fumo della sigaretta può avere sulle donne.
Nel consigliare la lettura dei diversi articoli ai quali mi riferivo, e precisamente
- “Quali sono le sigarette che fanno meno male? Il parere dello pneumologo”
- “BPCO e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo”
- “Tumore del polmone nella donna e fumo di sigaretta: il punto dello pneumologo”
- “Asma e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo”
- “Fumo e asma: parlarne non è mai abbastanza”
- “Fumo di sigaretta e inquinamento urbano: individuazione precoce dei danni funzionali”
ricordo come le donne esposte al fumo della sigaretta (anche passivo – vedi “Lo pneumologo e il fumo passivo della sigaretta”) siano, per caratteristiche anatomo-fisiologiche e per implicazioni sociali, soggette a effetti particolarmente negativi ma soprattutto tanto diversi rispetto a quelli che corrono i fumatori maschi.
Questo perché, proprio in quanto donne, devono fare i conti con tutta una serie di implicazioni simboliche relative alla loro femminilità e ai diversi stereotipi della stessa che gli uomini non hanno o che hanno, per lo meno riferita alla caratterizzazione maschile, in misura diversa.
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Alludo alla maggiore difficoltà di poter esercitare una sana e funzionale seduttività tutta femminile, dovendo fare i conti con una pelle avvizzita e rugosa, resa tale dalla degenerazione, nel tempo, della componente elastica che conferisce alla cute e ai tessuti sottocutanei un aspetto “vecchio” (vedi “Fumo di sigaretta, invecchiamento della pelle e rughe: il parere dello pneumologo”) o con un alito cattivo legato al fumo (vedi “Cause di alitosi e malattie respiratorie: il parere dello pneumologo”).
O ai problemi connessi alla loro fertilità o alla possibilità di portare a termine, nel migliore dei modi, una gravidanza che sia in grado di generare un figlio sano.
O ancora, del maggior rischio di tumore della mammella che corrono le fumatrici, con tutte le implicazioni sociali e personali relative al proprio aspetto e alle proprie sicurezze che ciò determina.
I molti problemi che corrono le donne esposte al fumo
- Aumentato rischio di sviluppare nella vita un tumore maligno, e tra questi quello che, per antonomasia, rappresenta il tumore maggiormente associato all’abitudine al fumo di tabacco: il tumore ai polmoni e ai bronchi (vedi anche “Fumo di sigaretta, tosse, catarro e tumore del polmone: i consigli dello pneumologo” – “Macchia sul polmone: che cos’è? E’ sempre tumore?”).
A causa della diffusione a tutto l’organismo delle molte sostanze cancerogene contenute nel fumo di sigaretta, tuttavia, trasportate dai polmoni ai vari organi attraverso il sangue, le donne corrono inoltre un maggior rischio di:- Cancro dell’utero, accentuando il rischio di tumore della cervice uterina delle donne già portatrici del Papillomavirus.
- Tumore maligno della mammella (vedi “Tumore della mammella e polmone”) .
- Tumore maligno della vescica , del rene e delle vie urinarie.
- Da un punto di vista sessuologico, riduzione del desiderio (disturbo del desiderio con desiderio sessuale ipoattivo), con maggiori difficoltà di eccitazione ed insufficiente lubrificazione (secchezza vaginale) che esita talora in rapporti sessuali dolorosi (dispareunia) e in una maggiore difficoltà orgasmica, specie nelle forti fumatrici.
- Riduzione della fertilità, per ridotta capacità di concepimento spontaneo e per significativa riduzione della possibilità di successo in caso di procreazione medicalmente assistita.
- Aumentato rischio di aborto spontaneo e di abortività ripetuta.
- Aumentato rischio di malformazioni fetali e parto prematuro, con neonati sottopeso e problemi respiratori del neonato al momento della nascita per immaturità polmonare neonatale (vedi “ARDS Sindrome da distress respiratorio dell’adulto e del bambino” – “Edema polmonare”).
- Rischio di menopausa anticipata.
- Aumento, di circa nove volte, del rischio di infarto miocardico nelle donne fumatrici, che può aumentare fino a trenta (!) volte in quelle che contemporaneamente assumono la pillola (anticoncezionali estro-progestinici).
- Aumento, di circa quattro volte, del rischio di ictus cerebrale nelle fumatrici, che aumenta fino a sette volte nelle fumatrici che contemporaneamente assumono la pillola (il rischio di ictus risulta raddoppiato già nelle fumatrici molto giovani!).
- Aumento, di circa otto volte, del rischio di trombosi e tromboembolia polmonare nelle fumatrici che assumono la pillola, rispetto a quelle che non fumano (vedi “Embolia polmonare” e “Nuova Terapia Anticoagulante Orale nell’embolia polmonare: il punto dello pneumologo sui NAO” – “Ipertensione polmonare e cuore polmonare”).
Lo stesso ulteriore aumentato rischio di embolia polmonare si applica alle donne fumatrici che già presentino un più elevato rischio trombotico associato ad alti livelli di omocisteina nel sangue (vedi “Omocisteina ed embolia polmonare: il punto dello pneumologo sulla iperomocisteinemia”). - Il rischio di incorrere nei danni vascolari cardiaci, cerebrali e tromboembolici (TVP – trombosi venosa profonda degli arti inferiori e TEP – tromboembolia polmonare) visti prima è progressivo ed è da porre in relazione al numero di sigarette fumate.
Si tenga conto di quanto detto sopra di fronte ad una donna che inizi a fumare o che, nonostante l’allarme lanciato da più parti dalle Autorità Sanitarie, perseveri in questa pericolosa dipendenza i cui drammatici effetti, troppo spesso, sono ancora oggi insufficientemente valutati dalle fumatrici.
Ritengo tale abitudine ben lungi dal rappresentare un simbolo di libertà e di emancipazione, come purtroppo spesso lo si tende a considerare, da vedere, invece, come una vera e propria schiavitù costrittiva che, tanto più alla luce della dimostrazione degli innumerevoli effetti nocivi, offende, prima di tutto, la grande intelligenza delle donne ed il loro impareggiabile senso pratico.
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