Dott. Enrico Ballor – Pneumologo Torino
Terapie e Consigli

Difficoltà Respiratoria da Processionaria dei Pini: il Punto dello Pneumologo

Si parla spesso di asma bronchiale e in modo particolare di asma allergico (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere ”), riconducendo il discorso ad innumerevoli malattie allergiche delle vie aeree, quando nel periodo primaverile ci si trovi di fronte ad una forma respiratoria in grado di provocare difficoltà a respirare (dispnea), associata talvolta a prurito oculare accompagnato da intensa lacrimazione.

E’ questo il caso di molte manifestazioni allergiche, tra le quali le pollinosi, che più frequentemente fanno la loro comparsa proprio in primavera.

Spesso tale sintomatologia può associarsi ad una tosse secca e molto fastidiosa, che compare ogni qual volta il paziente allergico si trovi all’aria aperta esposto ai pollini delle piante (“Tosse e allergia: il parere dello pneumologo”).

Attenzione però che non sempre tutto è così scontato.

Se è vero, infatti, che il meccanismo allergico è in grado di giustificare la gran parte degli episodi che presentino, in primavera:

  • disagio respiratorio e sintomatologia nasale con starnutazione (vedi “Rinite allergica”)
  • lacrimazione e prurito agli occhi, in qualche caso responsabile dei sintomi suddetti

fino allo scatenamento di vere e proprie crisi d’asma bronchiale con dispnea, fischietto espiratorio (vedi “Sento un fischietto quando respiro! Che cos’è?”), tosse e senso di costrizione al petto, non è l’allergia, ma la presenza nell’aria primaverile di un potente irritante prodotto da… un bruco.

Ebbene si!

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Cos’è la Processionaria?

Mi riferisco, più precisamente, alla “ processionaria”, nome con il quale viene indicato il bruco della “Thaumetopoea pityocampa”, lepidottero (farfalla), la cui forma adulta corrisponde ad una farfalla notturna (falena) dagli insignificanti colori bianco-grigiastri, in grado di rappresentare un grave problema per le piante che infesta, cibandosi con grande avidità, specialmente nel periodo primaverile, degli aghi delle pinacee, e per questo rendendosi responsabile di una pericolosa defoliazione.

L’insetto ha una netta predilezione, tra le conifere, per quelle del genere Pinus (Pinus sylvestris e Pinus nigra), non disdegnando di parassitare, tuttavia, anche larici e cedri.

Rischi della Processionaria

Ma ciò che più direttamente ci riguarda è il rischio che la processionaria può rappresentare per l’uomo, oltreché per gli animali, tra i quali in modo particolare il cane del quale può procurare la morte in caso di ingestione delle larve.

Come si presenta la Processionaria

Le larve di questo insetto (bruchi) lunghe circa 4 cm, si presentano coperte da una fitta peluria urticante di colore bruno, dotata di intensa attività irritante e direttamente responsabile dei sintomi.

I bruchi si spostano sul terreno per passare da una pianta all’altra mantenendosi in fila indiana, l’uno attaccato all’altro, ed è per questa caratteristica di marciare “in processioni ” lunghe anche parecchi metri, che l’insetto è noto con il termine di “processionaria” dei pini.

Bruchi di processionaria in marcia in fila indiana su di un selciato ghiaioso
Bruchi di processionaria in marcia in fila indiana su di un selciato ghiaioso

E’ possibile individuare con facilità, all’apice dei rami più esterni delle piante infestate, la presenza dei nidi formati dalla seta prodotta dai bruchi, simili a matasse bianche di varia forma che ricordano, nell’aspetto, lo zucchero filato dei bimbi, all’interno dei quali trovano riparo i bruchi del lepidottero.

La primavera è il periodo dell’anno in cui è più facile riscontrare la processionaria nell’ambiente, protraendosi il potenziale periodo d’incontro fino anche al mese di luglio.

Manifestazioni cutanee da Processionaria

Per procurare i sintomi non è sempre indispensabile il contatto diretto, cutaneo o respiratorio, con l’insetto completo, ma in virtù della capacità dei bruchi di liberare nell’aria e nell’ambiente (terreno) una grande quantità di peli urticanti, se presente in grandi quantità la processionaria è in grado di determinare una sintomatologia respiratoria e dermatologica anche a distanza (irritazione cutanea – eritema), talvolta particolarmente intensa, direttamente proporzionale alla quantità di materiale irritante disperso.

Le manifestazioni cutanee conseguenti al contatto con i peli urticanti consistono in fastidiosi pomfi (rigonfiamenti arrossati) pruriginosi, che talvolta, nei casi più seri, possono evolvere in vere e proprie lesioni bollose contenenti siero.

Ma ciò che in modo particolare interessa lo pneumologo è l’insieme delle classiche manifestazioni respiratorie conseguenti all’inalazione dei peli dell’insetto dispersi nell’aria.

Queste possono andare da un più limitato stato irritativo della bocca e delle prime vie aeree, caratterizzato da

  • bruciore orale e da fastidio a deglutire
  • fino a un’infiammazione acuta della trachea (tracheite) e dei bronchi (bronchite) o
  • a vere e proprie crisi d’asma, documentabili alla spirometria, con la comparsa dei quattro classici sintomi respiratori della malattia asmatica sopra descritti.

Come detto prima, anche una tosse secca, insistente e particolarmente fastidiosa, può rappresentare la conseguenza dell’inalazione dei peli urticanti del bruco (vedi “ Tosse secca o “tosse senza catarro”: il parere dello pneumologo ”).

Spesso, anche in virtù della capacità irritante sulla mucosa congiuntivale (congiuntivite allergica) da parte dei peli urticanti delle larve, le crisi asmatiche sono difficilmente distinguibili da reazioni allergiche da pollini stagionali, quali quelli delle graminacee del periodo primaverile (vedi “ Asma allergico da graminacee: il parere dello pneumologo”), comportando qualche difficoltà diagnostica specie quando compaiano a qualche ora dal contatto con i peli urticanti, rendendo in tal modo più difficoltosa la correlazione tra l’avvenuto contatto con il materiale irritante dell’insetto e lo sviluppo dei sintomi.

Per quanto rare, sono state descritte anche gravi reazioni con shock anafilattico, condizione clinica connotata da particolare gravità che richiede l’immediato ricovero del paziente in Pronto Soccorso.

La terapia della forma respiratoria asmatica prevede l’impiego, da parte dello specialista pneumologo, degli stessi presidi farmacologici impiegati per le crisi di asma allergico, con la necessità di definire bene, da un punto di vista diagnostico, la correlazione eziologica tra l’esposizione ai peli urticanti dei bruchi e lo sviluppo dei sintomi, soprattutto per evitare il ripetersi di analoghi episodi respiratori nel tempo.

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