Qualche volta mi è capitato di confrontarmi con pazienti che avevano la necessità di chiarire con me il motivo di quella loro tosse “strana”.
Ciò che mi veniva spontaneo chiedermi, quando nei primi anni della professione venivo interpellato in tal senso, era:
- “… Ma strana per chi? …”
- “… Strana rispetto a che cosa? …”.
Qualsiasi cosa “ strana”, tale può apparire a patto che la si confronti con qualcosa che possa considerarsi “normale”.
Ma in questo caso, in che cosa consiste una “tosse normale?
E poi: “Esiste davvero una tosse “normale?”
La tosse è tosse!
Punto!
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Se oggi considero in questo modo il sintomo “tosse” è solo perché, per professione, ho avuto l’opportunità di confrontarmi con essa negli anni, imparando a percepire, soprattutto a fine diagnostico, i diversi “timbri” con i quali spesso si presenta:
- Secca, fortemente irritativa e stizzosa in certi casi;
- produttiva (catarrale) in altri;
- insistente e soffocante
- in altri ancora, continua o “ad accessi”
- qualche volta “sibilante”;
- per divenire, infine, “ metallica” o “ragliante” in determinate condizioni.
Per cercare, quindi, di spiegare da dove nasca nella testa della gente il concetto di tosse “strana”, che spesso allarma i pazienti particolarmente timorosi della propria condizione fisica, sempre in lotta con la loro necessità di mantenere integra quella salute che vorrebbero “assoluta” e “totale”, senza la quale “rischierebbero la vita”, inizierò col dire che la tosse “anormale” (“strana”) è un concetto che appartiene solo ai pazienti e alle loro teste, ma non certo al medico.
Per il medico la tosse è tosse!
Ciò che varia è solo il suono che essa produce in funzione del passaggio dell’aria, espirata o inspirata che sia, dopo il colpo di tosse, attraverso quelle vie aeree alterate dai processi patologici che la provocano.
Una tosse “ ragliante” e “abbaiante”, ad esempio, è quella che produce un particolare suono simile al ragliare di un asino o all’abbaiare di un cane, conseguente spesso alla patologia laringea (vedi “Laringite acuta e cronica”) che causa dispnea acuta notturna nel corso delle crisi di laringospasmo dei bimbi.
Se un paziente adulto è abituato a sentire soltanto la tosse che su di sé già conosce quando, in preda ad una bronchite invernale, passa la notte a tossire, è chiaro che considererà “ strana” quella ragliante di un figlio con laringite acuta, in quanto ben diversa per “suono” rispetto a quello prodotto da una tosse bronchitica.
Lo “strano”, in questo come in altri casi, si riferisce soltanto allo “ strano, rispetto a ciò che il paziente conosce”, non rispetto ad uno strano assoluto!
Sono soltanto le paure del paziente a fare il resto, in quanto il timore per ciò che non si conosce attribuisce un significato terrifico a quel rumore mai sentito prima, che potrebbe annunciare un malanno grave e rischioso soltanto in quanto “diverso” (strano) dai malanni “benigni” che producono una tosse con caratteristiche acustiche già conosciute e udite e dalle quali se ne esce vivi!
La tosse “strana”, allora, è in questi casi definita tale solo dalle ansie dell’ammalato che, non sapendo interpretare ciò che gli accade, considera strano in assoluto, anziché rispetto alle sue conoscenze come dovrebbe, tutto ciò che non spiega.
Invito a leggere gli altri articoli che ho scritto nel presenti sito e che trattano della tosse:
- “Fumo di sigaretta, tosse, catarro e tumore del polmone: i consigli dello pneumologo”
- “I consigli dello pneumologo per tosse e catarro: le cause e la terapia”
- “Tosse e allergia: il parere dello pneumologo”
- “Tosse con catarro: il parere dello pneumologo”
- “Tosse nervosa e tic di tosse: il parere dello pneumologo”
- “ Tosse, catarro e reflusso gastro-esofageo: il parere dello pneumologo”)
in quanto la loro lettura può consentire di ampliare le conoscenze sull’argomento, acquisendo informazioni utili a comprendere quanto ci sia da dire sull’argomento e quanto sia poco importante considerare la tosse nei termini di “strana” o “normale”, ma sia invece ben più funzionale considerarla nei termini di un prezioso sintomo che, se ben interpretato dallo specialista, rappresenta una fondamentale fonte di informazioni utili a comprendere le cause del suo comparire.
Conclusione
Si abbandonino, pertanto, le proprie inutili paure, al servizio della personale necessità di costante rassicurazione e si abbandoni, con esse, il concetto di tosse “strana”, per abbracciare invece una ben più utilizzabile immagine di tosse “che informa” lo pneumologo, attraverso caratteristiche fisiche e sonore per lui tutt’altro che “strane”, indispensabili a chiarire per tempo situazioni che talvolta non ammettono, per la serietà dei problemi sottesi, né trascuratezze, né ritardi diagnostici.
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