Incredibile ma vero: vivere a meno di cinquanta metri da strade particolarmente trafficate presenta un’evidente maggior frequenza di deficit di attenzione e di capacità di concentrazione.
Quando si parla di inquinamento dell’aria delle città e delle sue terribili conseguenze sulla salute, viene subito in mente il riferimento alle malattie polmonari e bronchiali, tra le quali spiccano
- l’asma bronchiale (vedi “Asma e clima: il parere dello pneumologo”)
- la bronchite cronica
- l’enfisema polmonare
- la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) (vedi “BPCO, smog e traffico automobilistico urbano: il punto dello pneumologo”).
Molto meno spesso, invece, viene spontaneo riferire i danni dello smog ad altri problemi per l’organismo, e tra questi a quelli che le sostanze irritanti e cancerogene contenute in esso provocano all’apparato cardio-circolatorio (cuore e vasi sanguigni), al pancreas (diabete), alla vescica e alle vie urinarie (tumori) e infine anche al… cervello!
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Ebbene sì.
Un recente studio pubblicato su The Lancet, una delle più autorevoli e prestigiose riviste mediche internazionali, ha decretato che le persone che vivono in prossimità di strade particolarmente trafficate vanno soggette più facilmente, rispetto a chi vive in zone a bassa densità di circolazione o distanti dalle arterie più trafficate, a danni cerebrali esitanti in gravi forme di demenza, ma non solo.
In questi soggetti maggiormente esposti all’inalazione delle polveri ultrafini del PM2,5 contenute nello smog urbano, in grado di raggiungere gli alveoli polmonari e di essere trasferite da essi al sangue, raggiungendo in tal modo ogni punto dell’organismo come un vero e proprio veleno facilmente diffusibile, già in studi precedenti si era documentata una maggiore propensione a sviluppare deficit delle funzioni cognitive che concordavano con una minor quantità di sostanza bianca cerebrale sottocorticale, sia nei riscontri TAC dell’encefalo, sia in quelli RMN (risonanza magnetica) (vedi “Blocco delle auto Euro 3 ed Euro 4 a Torino per lo smog: il punto dello pneumologo”).
Nello studio degli Autori canadesi firmatari della ricerca, si è documentato che chi vive a meno di cinquanta metri da strade particolarmente trafficate presenta un’evidente maggior frequenza di deficit di attenzione e di capacità di concentrazione, oltre a indiscutibili carenze nella capacità di rammemorazione (memoria), per arrivare fino a stati di vera e propria demenza senile con inabilità grave conseguente a deficit cognitivi, a disorientamento temporo-spaziale e ad alterazioni del comportamento che influenzano, talora anche pesantemente, sia le relazioni sociali che la cura di sé (vedi “Perdita di memoria e malattie respiratorie: lo pneumologo e la riabilitazione neuro-cognitiva”).
E’ importante notare come dallo studio emerga che la frequenza con la quale si riscontrano tali alterazioni funzionali cognitivo-comportamentali si riduce significativamente nei soggetti che vivono a più di duecento metri dalle vie più trafficate.
Questi dati confermano una volta di più quanto i prodotti contenuti nell’aria inquinata delle città siano in grado di arrecare danni all’organismo umano, non solamente da intendersi nei termini di una maggior possibilità di indurre tumori ai polmoni e ai bronchi (vedi “Inquinamento urbano e cancro polmonare”) o malattie respiratorie da inquinanti aerodispersi (vedi “Sport nelle città e aria inquinata: il parere dello pneumologo” – “Fumo di sigaretta e inquinamento urbano: individuazione precoce dei danni funzionali”), quanto invece nella possibilità di creare danni agli organi come conseguenza della penetrazione nell’organismo di sostanze dotate di capacità infiammatoria veicolate dal sangue.
Abitare quindi, nei limiti del possibile, in aree più distanti dal traffico veicolare, per ridurre i rischi da malattia non solamente respiratoria ma anche neurologica.
In alternativa, nel caso in cui non si possa fare a meno di permanere per lungo tempo esposti a un ambiente inquinato, prendere in considerazione la possibilità di impiegare facili e poco costosi dispositivi nasali filtranti (vedi “Filtri nasali, asma, rinite allergica e spray nasali: alcuni consigli dello pneumologo per l’allergia”) o di provvedere direttamente ad una più drastica rimozione delle polveri e degli inquinanti dagli spazi abitativi con appositi sistemi filtranti per ambienti (vedi “Asma, allergie respiratorie e filtraggio dell’aria: il parare dello pneumologo”).
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