Senza che ce ne rendiamo conto, assumiamo spesso posture scorrette quando non respiriamo bene e allo stesso modo, posture scorrette possono incidere negativamente sulla respirazione portandoci a pattern respiratori tutt’altro che funzionali. Postura e respirazione, quindi, possono reciprocamente influenzarsi, andando ad incidere su numerosi fattori che regolano il nostro personale “stare bene” ed il nostro ancor più mal definibile “stare male”.
Vediamo, allora, quali dinamiche stanno alla base del reciproco influenzarsi della respirazione e della postura, analizzando in modo più preciso quanto l’una possa agire sull’altra, operando in senso biunivoco fino a rappresentare un problema.
- E’ noto quanto importante sia l’assunzione di una corretta posizione seduta di fronte alla tastiera di un computer (PC di lavoro) o seduti, in ufficio, alla scrivania utilizzata per le attività ordinarie.
Espletare, infatti, le proprie mansioni quotidiane seduti su di una sedia con un piano di seduta troppo alto o troppo basso rispetto al piano di lavoro, rischia di sovraccaricare, rispettivamente, la muscolatura para-vertebrale o la muscolatura degli arti superiori obbligando, nel primo caso, la schiena ad un’anomala e controproducente posizione flessa in avanti e, nel secondo, le braccia ad operare sospese con maggior fatica.La posizione a “schiena flessa”, con l’inevitabile accentuazione della cifosi dorsale che ne deriva (vedi l’immagine che introduce il testo), determina infatti quella compressione dell’addome e del diaframma che può rendere molto più faticosa l’inspirazione (immissione dell’aria nei polmoni), appesantendo in modo poco funzionale il lavoro della muscolatura respiratoria e determinando, nel tempo, la possibile comparsa di dolori e di tensioni muscolari che impediscono una respirazione libera e fisiologica.
In questi pazienti, inoltre, le contratture del muscolo trapezio possono rendersi responsabili di una persistente sindrome dolorosa della regione cervicale e delle spalle, spesso accompagnata da rigidità muscolare e cefalea.La posizione a “braccia sospese”, invece, obbligando il torace a permanere a lungo in posizione “inspiratoria” come conseguenza del mantenimento stabile delle braccia sollevate, rende più difficile, faticosa e incompleta l’espirazione (svuotamento dei polmoni), obbligando ad un lavoro aggiuntivo i muscoli espiratori del torace fino al punto di determinare tensioni e dolori muscolari incompatibili con una respirazione “sciolta”.
Oltre a ciò, l’incompleto svuotamento cronico dell’aria dai polmoni impedisce un fisiologico completamento del ciclo respiratorio (inspirazione / espirazione), cosa questa che può influenzare negativamente la piacevole e “silenziosa” percezione del proprio respiro.
- Ancor più nei soggetti sovrappeso e negli obesi, proprio in quanto già gravati dall’eccesso ponderale, valgono le considerazioni precedenti.
In questi pazienti, infatti, tanto più se affetti da malattie respiratorie croniche quali asma bronchiale e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) (vedi “Asma e sovrappeso: il parere dello pneumologo” – “Asma, BPCO e obesità: il parere dello pneumologo”), gli effetti negativi di una respirazione non “eupnoica” dovuta all’anomala postura tendono a comparire con maggior facilità (il termine “eupnea” indica la normale percezione del respiro, al contrario di “dispnea”, che indica invece “disagio o difficoltà a respirare”).
Nei pazienti che presentino un peso eccessivo, infatti, le anomalie posturali possono peggiorare l’ipoventilazione alveolare tipica dei soggetti sovrappeso (ridotto ricambio dell’aria nei polmoni), aggravando il gap respiratorio già dipendente da questa condizione (vedi anche “La dieta chetogenica al servizio della respirazione: il punto dello pneumologo”).
- Come già detto, la comparsa, nel tempo, di quadri dolorosi secondari a spasmi e a contratture muscolari generate dalle posture scorrette, può modificare l’atto respiratorio fino a costringerlo in una forzatura anomala e spesso faticosa, ben lontana da ciò che è invece richiesto ad una respirazione libera che origini in modo prevalente dal respiro diaframmatico (vedi “Paralisi del diaframma e lesioni del nervo frenico: il punto dello pneumologo”).
Il diaframma, infatti, è il muscolo sul quale poggia circa il 90% della normale respirazione in condizioni di riposo ed una qualunque causa responsabile di sovraccarico funzionale o, peggio ancora, di affaticamento, incide significativamente sulla funzione respiratoria e più ancora, sui sintomi dichiarativi di una sua alterazione.
- Ogni percezione, poi, relativa ad un anomalo fluire del respiro dipendente da posture scorrette e da tensioni muscolari, rischia di essere “condita” con le più diverse interpretazioni catastrofiche da quegli ansiosi che, proprio in quanto ansiosi, già vivono male ogni sensazione che si discosti da una supposta “normalità” assoluta (quale?) vissuta come indispensabile garanzia di “salute” (vedi “Uno strano disturbo respiratorio: il caso di Marina”).
A tal proposito ogni tensione muscolare del diaframma e dei muscoli respiratori accessori legata alle anomalie posturali, rischia di sovrapporsi alla naturale tendenza dell’ansioso a focalizzare sul respiro i suoi disagi ansiosi, accentuando le personali percezioni “non normali” dell’atto respiratorio (vedi “Disturbi respiratori a base ansiosa e depressiva” – “Asma e ansia: nei giovani il problema è maggiore” – “Asma, stress, ansia e depressione: il parere dello pneumologo”).
- Quanto sopra riferito a proposito delle implicazioni negative che una posizione scorretta può avere sulla funzione respiratoria “lato sensu” intesa e sulle relative spiacevoli sensazioni conseguenti, non deve far pensare che il problema si esaurisca solo in tali termini.
Se è vero, infatti, che “posture anomale” risultano spesso generatrici di “respiri anomali”, è vero anche che molti pazienti affetti da patologie respiratorie tendono spesso ad assumere posizioni “non normali”, a loro volta causa di disagio respiratorio e di dolori muscolari posturali.
Caso classico è quello dell’atteggiamento costantemente inspiratorio a “torace espanso” (torace “insufflato”) dei pazienti affetti da enfisema polmonare, con le inevitabili conseguenze negative che l’assunzione stabile di questa posizione provoca sulla muscolatura accessoria respiratoria del torace, diaframmatica e degli arti superiori.
Tensioni e contratture muscolari sono, infatti, assai frequenti in questi pazienti o in chi è affetto da BPCO, e su di esse si focalizza spesso l’attenzione dei terapisti della respirazione (vedi “Esercizi respiratori per pazienti con BPCO: la ginnastica respiratoria consigliata dallo pneumologo” – “Ginnastica respiratoria, BPCO e Yoga: il parere dello pneumologo”).
Insegnare al paziente a migliorare il proprio rapporto tra atteggiamento posturale e respirazione (ginnastica diaframmatica, ecc.) può aiutarlo qualche volta, anche in tempi rapidi, a liberarsi di una parte talora significativa della disagevole sensazione di fatica che fa a respirare (vedi “Migliorare da subito il proprio modo di respirare” – “Il cambiamento della respirazione nell’anziano: il parere dello pneumologo”), aiutando i suoi automatismi statici e motori, posturali e respiratori, a riguadagnare uno spazio di maggior benessere respiratorio.
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