Esistono determinate situazioni di malattia nelle quali è possibile trovare associati un problema respiratorio che interessi le vie aeree o, più in generale, la funzione respiratoria, e un fastidioso mal di testa (cefalea) che, qualche volta, può divenire particolarmente intenso. In alcuni casi la cefalea fa parte del corteo di sintomi con i quali il problema respiratorio si presenta. In altri, invece, la cefalea risulta essere una delle conseguenze dello stesso, talora legata ad un effetto collaterale indesiderato di farmaci atti a curarlo.
Vediamo, allora, in quali casi la cefalea può associarsi ad un problema respiratorio.
- Anche una “semplice” sinusite (per non andare subito ai problemi respiratori più complessi – vedi “Sinusite acuta e cronica” e “Sindrome sinuso-bronchiale”), che determini un problema respiratorio da ostruzione nasale persistente, può rendersi responsabile di cefalea anche molto intensa legata ai processi infettivo-infiammatori presenti a livello dei seni paranasali (cefalea in sede frontale e mascellare o riferita al vertice del capo, in caso di sinusite sfenoidale).
In questo caso la cefalea può accentuarsi con la posizione coricata ed esacerbarsi anche solo con i movimenti di flesso-estensione del capo. - Lo stesso si può dire in caso di persistente ostruzione delle fosse nasali secondaria a rinite virale (virus) o a rinite allergica da allergeni perenni (acari della polvere – vedi “Acari della polvere e asma: i consigli dello pneumologo”) o da pollini di specie diversa presenti in successione nell’ambiente per periodi prolungati (vedi “Pollinosi” e “Malattie allergiche delle vie aeree”).
Anche in questo caso la comparsa della cefalea può essere espressione di un contemporaneo interessamento infiammatorio dei seni paranasali. - Alcuni pazienti con insufficienza respiratoria (vedi “Emogasanalisi arteriosa” – “Insufficienza respiratoria e ossigenoterapia” – “L’ossigenoterapia domiciliare spiegata dallo pneumologo”), specie se affetti da sindrome obesità-ipoventilazione, presentano non solamente un deficit di ossigenazione del sangue, ma altresì un incremento dell’anidride carbonica che non riesce ad essere correttamente smaltita dal sangue attraverso i polmoni (ipercapnia).
Uno dei sintomi con i quali l’ipercapnia si presenta è proprio una fastidiosa cefalea, classicamente presente al risveglio in sede frontale e occipitale (alla nuca), associata ad una sensazione di “testa piena”.
Molti dei pazienti in sovrappeso o francamente obesi affetti da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) con insufficienza respiratoria possono presentare tale problema (vedi “Asma, BPCO e obesità: il parere dello pneumologo”).
In questi casi bisogna porre particolare attenzione all’eccessiva somministrazione di ossigeno, specie durante il sonno, in quanto tale condizione può favorire la comparsa di ipercapnia e, di conseguenza, della cefalea.
- In corso di polmonite (vedi “Polmonite e broncopolmonite”) o di malattie infettive a prevalente interessamento polmonare (tubercolosi – micosi polmonari, ecc.), la cefalea può comparire come conseguenza della febbre anche elevata e della batteriemia (presenza di batteri nel sangue) che accompagnano gli eventi infettivi.
In caso di polmonite virale, la possibile localizzazione del virus a livello dell’encefalo può provocare cefalea anche intensa per interessamento infiammatorio dei vasi meningei (meningi) anche solo di lieve entità, senza che si configuri una più seria condizione di vera e propria meningite diffusa.
Anche la SARS (Severe Acute Respiratory Sindrome o Sindrome Respiratoria Acuta Grave), rara polmonite atipica in qualche caso anche letale provocata da un coronavirus, può annoverare la cefalea tra i sintomi con i quali si presenta. - Una fastidiosa cefalea può risvegliare, nel corso della notte, i pazienti con sindrome della apnee del sonno ostruttive (vedi “Sindrome delle apnee del sonno (SAS – OSAS) e russamento”) o essere già presente fin dal mattino al risveglio.
- L’ipossiemia e l’encefalopatia da alta quota (edema cerebrale acuto) in soggetti con “mal di montagna” (edema polmonare non cardiogeno da alta quota – vedi “ARDS – Sindrome da distress respiratorio dell’adulto e del bambino”) possono essere causa di cefalea negli escursionisti o in soggetti non abituati alle quote più elevate.
- Qualche volta la cefalea, anche se non necessariamente intensa, può accompagnare le prime fasi dell’intossicazione da monossido di carbonio (vedi “Intossicazione da monossido di carbonio: i consigli dello pneumologo”).
- La comparsa di metastasi cerebrali in un paziente affetto da tumore polmonare, può essere causa di cefalea anche molto intensa che si accentua in posizione coricata (vedi “Tumore ai polmoni e ai bronchi”).
- Un caso particolare è quello della dispnea cardiaca (vedi “Dispnea”), in pazienti con sindrome coronarica (cardiopatia ischemica) trattati con “nitrati” (nitroglicerina), somministrati per via orale o per via trans-dermica (cerotti predosati applicati sulla cute).
In questi pazienti con difficoltà respiratoria cardiogena (vedi “Faccio fatica a fare le scale e mi manca il fiato: il parere dello pneumologo” – “Quando corro mi manca il fiato: il parere dello pneumologo” – “Dispnea parossistica notturna” – “Risvegli di notte con respiro che manca: le possibili cause spiegate dallo pneumologo” – “Battito cardiaco e respirazione: il parere dello pneumologo” – “Il cambiamento della respirazione nell’anziano: il parere dello pneumologo”), l’uso del “nitrato” provoca spesso cefalea, talora anche intensa, secondaria al suo effetto vasodilatatore (cefalea vascolare).
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