Parlando di broncopneumopatia cronica ostruttiva BPCO, non è inconsueto che il paziente rivolga allo pneumologo domande relative alla necessità di meglio comprendere quale sia la gravità della malattia respiratoria cronica che lo riguarda e quali siano, soprattutto, le linee d’intervento attualmente più condivise dalla comunità scientifica per trattarla.
Senza mai dimenticare che ogni paziente rappresenta un caso a sé e che ogni protocollo teorico, diagnostico o terapeutico che sia, deve poi essere riadattato con intelligenza, da parte dello specialista, alle specifiche realtà ed esigenze dell’ammalato, è possibile far riferimento, per quanto riguarda la serietà del quadro patologico respiratorio della BPCO e le possibilità terapeutiche offerte per curarlo, alla classificazione GOLD (Global Initiative for Chronic Obsctructive Lung Disease), considerata oggi dagli pneumologi il più accreditato ed universalmente accettato punto di riferimento scientifico.
Esse si fondano sulla valutazione clinica del paziente (vedi “ La visita pneumologica presentata dallo pneumologo”) e sulla spirometria.
Riporto, pertanto, nella tabella sottostante, quanto definito da tale classificazione, con preghiera di volerne considerare, da parte di chi legge, unicamente le finalità informative che il testo vuole avere.
Ogni uso di ciò che viene riportato, pertanto, non dovrà mai, in ogni caso, sostituirsi al contatto personale e al diretto confronto con la competenza specialistica dello pneumologo, che sola potrà garantire il buon uso clinico di quanto affermato.
In presenza di un episodio domiciliare di riacutizzazione della BPCO (vedi “ Riacutizzazione di BPCO e bronchite cronica: novità dallo pneumologo”), fermo restando il trattamento con farmaci per via inalatoria, lo pneumologo valuterà anche l’impiego di cortisonici per via generale (orale o iniettiva), eventualmente associati a terapia antibiotica nel caso in cui l’infiammazione responsabile della riacutizzazione trovi giustificazione in un’infezione batterica.
Gli episodi di riacutizzazione non infrequentemente divengono responsabili, specie nel paziente con elevato livello di gravità della BPCO (grave e molto grave), di complicazioni che possono spesso mettere a rischio la sopravvivenza stessa del paziente.
Ciò capita in conseguenza delle complicazioni conseguenti all’insufficienza respiratoria (vedi “Emogasanalisi arteriosa”) che si presenta o si aggrava, se già presente, nel corso dell’episodio di riacutizzazione.
Tra queste cause complicanti ricordo i gravi problemi respiratori secondari all’abbondante presenza di secreti bronchiali viscosi e a quelli che possono procedere fino all’arresto respiratorio, oltre ai problemi cardio-vascolari (aritmie cardiache, infarto del miocardio, ecc.) conseguenti all’instabilità emodinamica dei pazienti con possibilità d’insufficienza funzionale che può interessare contemporaneamente, nel breve periodo, anche molti organi e apparati extra-polmonari (MOF – Multiple Organ Failure).
Proprio per la delicatezza della materia trattata e per la logica e naturale tendenza di ogni paziente di riportare a sé la genericità delle informazioni acquisite, non mi stancherò mai di ricordare che le tabelle devono avere unicamente uno scopo orientativo.
Per evitare di creare, da un lato, ansie immotivate o, dall’altro, pericolose sottostime del problema, consiglierei ai pazienti affetti da BPCO, dopo essersi con curiosità legittima informati sulle linee guida generali, di confrontarsi con il medico specialista che saprà trovare, caso per caso, la soluzione migliore per gestire una malattia respiratoria ancor oggi troppo spesso sotto-diagnosticata o affrontata in modo non completo.
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