Pulire la casa e disinfettare le verdure o una ferita, potrebbero sembrare operazioni prive di rischi per quanto riguarda la salute respiratoria.
Eppure non è così.
L’esperienza pratica dimostra che le diverse operazioni d’igiene domestica possono rappresentare un pericolo per il nostro apparato respiratorio, più ancora per coloro che ogni giorno attendono direttamente alla pulizia della casa.
Ho già descritto, in un mio precedente articolo pubblicato in questo sito, quanto l’uso di detergenti impiegati nelle pulizie dei nostri appartamenti e dei luoghi di lavoro possa influire negativamente sulla funzionalità respiratoria delle casalinghe e delle diverse figure professionali addette alle pulizie (vedi “Casalinghe e detergenti per la casa: pulire è come fumare? Il parere dello pneumologo”), fino al punto da provocare, nel tempo, un progressivo deterioramento degli indici di funzionalità respiratoria determinabili con la spirometria, con un danno respiratorio complessivo poi non tanto diverso da quello conseguente all’assunzione, per anni, di una modesta quantità di fumo di sigaretta.
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Ciò che mi preme sottolineare questa volta, invece, è il pericolo rappresentato da certi prodotti d’uso quotidiano impiegati nelle pulizie domestiche e, più ancora, legato alla produzione di sostanze tossiche inalabili che si generano ogni qual volta vengano impropriamente miscelati prodotti chimici che non dovrebbero essere mescolati tra loro, in grado di dar luogo, anche solo se uniti inavvertitamente, a reazioni chimiche generatrici di gas e vapori dotati di particolare capacità irritante sulle vie aeree.
Perché è pericoloso miscelare più prodotti per la pulizia?
La tentazione di miscelare più prodotti per accentuarne il potere “pulente”, infatti, può risultare spesso estremamente dannosa, non solo in quanto inadatta a raggiungere lo scopo ma, ancor più, per il fatto che si rischia, in questo modo, di produrre prodotti chimici intermedi inattesi dotati di particolare lesività sui bronchi e sui polmoni, specie se i soggetti che li inalano sono affetti da patologie respiratorie (asma bronchiale, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), enfisema polmonare e malattie allergiche delle vie aeree ).
A quali prodotti per l’igiene prestare attenzione?
Vediamo, allora, quali sono i diversi prodotti presenti in casa ai quali è necessario prestare particolare attenzione, ma soprattutto quali pericolosi comportamenti evitare, in loro presenza, per ridurre il rischio di provocare la formazione di composti tossici inalabili responsabili di
- tosse secca o convulsiva
- irritazione delle vie aeree
- bruciore alla gola e al naso
- difficoltà respiratoria (dispnea) di diversa intensità
- starnutazione e lacrimazione.
Si tenga conto che non sono solamente i prodotti detergenti quelli di cui parlo, ma mi riferisco anche ad alcuni prodotti liquidi comunemente presenti in casa e usati, ad esempio, per la disinfezione delle ferite e degli alimenti (alcool etilico denaturato, Amuchina, acqua ossigenata, ecc.).
- Candeggina
Nota anche con i diversi termini italiani, popolari e commerciali, di “varichina” o “varechina”, “conegrina”, “candeggina”, “Amuchina”, “Nettorina”, “Neveina” o “ Niveina” e altri, corrisponde chimicamente a differenti diluizioni acquose, dall’1% al 25%, dell’ipoclorito di sodio (formula chimica NaClO), sale di sodio dell’acido ipocloroso, prodotto chimico alcalino (cioè “basico” – contrario di acido), come la soda caustica (idrossido di sodio – formula chimica NaOH), tuttavia meno corrosivo rispetto a quest’ultima.
Essa possiede proprietà sbiancanti e decoloranti, smacchianti, detergenti e disinfettanti.
Unita ad altri prodotti acidi, come descritto più avanti, rappresenta la base dalla quale partire per generare pericolosi vapori di cloro gassoso (Cl 2) dotati di notevole capacità irritante sulle vie aeree, sulle mucose e sugli occhi (vedi “Asma, piscina e cloro: il parere dello pneumologo”).
Tosse secca, bruciore alla gola e alle vie aeree, dispnea e lacrimazione, sono alcuni dei sintomi che può presentare il paziente quando esposto ai vapori di cloro che, se presenti in concentrazioni elevate, possono in certi casi addirittura risultare letali per insufficienza respiratoria. - Candeggina + acido cloridrico (o cloruro di idrogeno) (acido muriatico degli usi domestici, cioè acido cloridrico in soluzione acquosa al 10%)
La miscelazione è, anche in questo caso, in grado di liberare cloro in forma gassosa, con le stesse conseguenze di cui si è detto prima.
L’acido muriatico, presente nei detergenti per gli scarichi, viene impiegato come disincrostante per eliminare il calcare dai lavandini, dal water e dai servizi igienici e per disostruire le tubature e gli scarichi. - Candeggina + aceto
Vale quanto già detto ai punti precedenti. - Candeggina + ammoniaca (NH3)
L’ipoclorito di sodio della “candeggina” mescolato con l’ammoniaca sviluppa clorammine (monoclorammina NH2Cl), sostanze dall’odore pungente molto irritanti per l’apparato respiratorio, per la pelle, per le mucose e per gli occhi. - Candeggina + etanolo (alcool etilico – C2H 5OH – o alcol denaturato)
Tra i vari prodotti che possono generarsi dall’incontro tra queste due sostanze (dipende dalle relative quantità della commistione) c’è anche il cloroformio (CHCl3), gas molto pericoloso usato un tempo come anestetico generale. - Candeggina + acqua ossigenata (perossido d’idrogeno – H 2O2)
Non rappresenta un problema, generando al massimo ossigeno gassoso (O2) che si presenta con la curiosa effervescenza che produce, durante la disinfezione delle ferite, la “ schiumetta” bianca dovuta alla rapida liberazione di ossigeno nell’acqua presente nei tessuti biologici disinfettati (è una perossidasi, enzima presente nel plasma, la responsabile della rapida conversione di H2O2-acqua ossigenata, in H2O-acqua + O2-ossigeno nascente). - Ammoniaca + Acido Muriatico
Dall’unione di questi due prodotti si genera cloruro d’ammonio (NH4Cl), sale di ammonio dell’acido cloridrico, presente, nel momento in cui si forma, sotto forma di vapore bianco che sublima molto rapidamente ed irrita fortemente vie aeree, occhi e mucose. - Ammoniaca + Aceto
Se pur l’intensità dei fenomeni e dei sintomi conseguenti si presentino quantitativamente più attenuati rispetto a quelli generati dalla combinazione ammoniaca + acido muriatico descritta al punto precedente, da un punto di vista chimico le cose non cambiano, per cui, anche in questo caso, la miscelazione dei due prodotti rimane vivamente sconsigliata. - Aceto + bicarbonato di sodio
La miscelazione produce sodio acetato e acqua. In assoluto non produce irritazione sulle vie aeree ma è pericoloso porre a contatto le due sostanze in un contenitore chiuso in quanto la rapida formazione di schiuma bianca può produrre un’esplosione! - Aceto + Acqua ossigenata
Se usato in spazio aperto, ad esempio per la detersione e la disinfezione della frutta e delle verdure, la combinazione è sicura.
Ne sconsiglierei, invece, la commistione all’interno di un contenitore chiuso, in quanto in tale circostanza è possibile la formazione di acido peracetico (CH3COOOH), prodotto chimico instabile, corrosivo dell’acciaio Inox e potenzialmente esplosivo, oltreché dotato di proprietà irritanti sulle vie aeree, sugli occhi e sulle mucose.
Si presti, quindi, sempre molta attenzione all’uso dei prodotti domestici sopra descritti in quanto, come si è visto, una loro eccessiva banalizzazione d’uso rischia di produrre conseguenze talora di non poco conto sulla salute respiratoria e non solo, dei soggetti esposti.
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