“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
A mia Mamma hanno Trovato l’Acqua nei Polmoni. Cosa vuol Dire?
L’ “acqua nei polmoni” rappresenta un modo di dire frequentemente usato dai pazienti per indicare la presenza di un reperto anomalo nella radiografia del torace o un rilievo obiettivo “non normale” da parte del medico che ha visitato il paziente, senza che a tale espressione corrisponda un’unica e ben definita condizione clinica. Partendo dalla premessa che in un polmone e in un torace sano non dovrebbe mai riscontrarsi la presenza di “liquido” al di fuori dai vasi sanguigni, proprio con “acqua nei polmoni” il paziente riferisce di aver inteso che nei polmoni, o più genericamente nel torace, sia presente del “liquido” che non ci dovrebbe essere. A questa generica realtà naif intesa dal paziente, corrispondono nella pratica clinica tre diverse condizioni:
- edema interstiziale: aumento patologico della componente liquida presente all’interno dell’interstizio polmonare (vedi gli articoli citati di seguito), spia frequente di un iniziale quadro di scompenso cardiaco che può annunciarsi anche con una tosse più o meno secca e con una dispnea notturna
- edema polmonare: quadro clinico tipico dello scompenso cardiaco già in atto
- versamento pleurico: anomala raccolta di liquido presente nel cavo pleurico, spazio compreso tra la parete toracica e il polmone.
Ognuna di queste 3 diverse condizioni può riconoscere diverse cause e pertanto diverse strategie di trattamento.
Approfondimenti
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