“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
L’inalazione di sostanze stupefacenti (droghe) può provocare malattie polmonari?
Confermo purtroppo i timori di questo signore che mi chiede se esista una correlazione tra uso di sostanze stupefacenti e possibile sviluppo di malattie respiratorie. Sto parlando delle cosiddette malattie respiratorie da droga (Ma. Re. D.), provocate tra l’altro dall’uso per via inalatoria di marijuana, eroina, ecstasy e cocaina.
Queste diverse sostanze possono infatti rendersi responsabili di alterazioni patologiche a livello delle vie aeree superiori, nonché di patologie respiratorie che coinvolgono le vie aeree inferiori e il polmone profondo.
L’eroina e più in generale gli oppiacei assunti per via inalatoria, possono provocare infezioni polmonari (bronchite, polmonite, aspergillosi e micosi polmonari, ecc.), edema polmonare anche fatale legato al danno vascolare che provocano, nonché ipertensione polmonare e asma bronchiale.
L’asma da eroina, infatti, rappresenta spesso la conseguenza di una aumentata reattività bronchiale a questa sostanza che, in taluni casi, può condurre il paziente fino all’insufficienza respiratoria.
Anche la cocaina e il crack da essa derivato possono provocare danni ai polmoni fino all’emorragia alveolare, oltre a rendersi responsabili di aumentata reattività bronchiale con la possibilità di facilitare le crisi d’asma nei pazienti asmatici.
Descritta anche la comparsa di BOOP dall’uso di crack (vedi articoli citati sotto) in pazienti sensibili, oltre alla possibilità di manifestazioni polmonari simili alla sarcoidosi (vedi articoli citati sotto) che possono procedere fino alla fibrosi polmonare o allo sviluppo di malattia di Churg – Strauss, più nota oggi con il termine di “angioite granulomatosa allergica”.
La più comune conseguenza polmonare acuta dell’inalazione di cocaina rimane in ogni caso la cosiddetta “Crack Lung Syndrome”, con comparsa di alterazioni polmonari radiologiche e manifestazioni infiammatorie e emorragiche che possono portare il paziente a insufficienza respiratoria.
L’uso di marijuana, invece, può facilitare la comparsa di iperreattività bronchiale responsabile di crisi respiratorie negli asmatici, infezioni respiratorie e BPCO con comparsa di vere e proprie bolle di enfisema, oltre ad aumentare il rischio di tumore polmonare da cancerogeni contenuti nel fumo inalato.
Con tanti altri meccanismi fisiopatologici, poi, l’uso delle stesse sostanze non solamente introdotte per via inalatoria ma impiegate per via iniettiva o per ingestione, può provocare innumerevoli danni polmonari, fino all’arresto respiratorio, tipico delle overdosi da oppioidi (eroina), conseguente ad un loro uso iniettivo endovenoso.
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