“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
Ci può essere correlazione tra attacchi di asma e grave intolleranza al lattosio?
Domanda molto interessante fattami da una lettrice di questa rubrica.
Facciamo subito chiarezza partendo da una premessa doverosa e indispensabile per capire il problema.
Nel “bugiardino” (è il foglietto illustrativo contenuto nella confezione dei medicinali) di molti farmaci broncodilatatori in polvere, si sconsiglia l’impiego di tali prodotti nei pazienti asmatici contemporaneamente intolleranti al lattosio, essendo esso contenuto come additivo nei “dispenser” con il preciso fine di facilitare una corretta e omogenea dispersione del broncodilatatore nelle vie aeree durante l’inalazione.
Essendo molto più pesante della polvere farmacologica con la quale viene mescolato, il lattosio non penetra nelle vie aeree ma si deposita invece in bocca, dove provoca quella particolare sensazione di “polverina” ben nota a chi fa uso di questi prodotti e da dove può essere deglutito raggiungendo l’intestino.
Il lattosio non provoca “allergie” (queste dipendono da meccanismi immunologici che non interessano il lattosio), ma al massimo “intolleranze”, potendo provocare diarrea e dolori addominali in pazienti che non posseggano gli enzimi necessari a trasformarlo.
Si pensi, tuttavia, al fatto che generalmente la quantità di lattosio presente nelle singole dosi inalate di questi prodotti è di circa mille volte inferiore rispetto alle quantità minime di lattosio necessarie a provocare i sintomi! (pochi milligrammi contro qualche grammo!).
Per questo motivo il lattosio non provoca allergie e tantomeno crisi asmatiche con questo meccanismo, ma si può essere invece allergici a qualche proteina del latte ancora presente insieme ad esso, nel caso in cui il lattosio impiegato in queste preparazioni farmacologiche non sia “puro” (cioè di “sintesi”), ma sia invece estratto da quello presente nel latte.
In tal caso si parlerà allora non tanto di pazienti “intolleranti” al lattosio, quanto invece veramente “allergici” alle proteine del latte (principalmente caseina e lattoglobulina) e come tali in grado potenzialmente di sviluppare crisi d’asma allergico.
Non è poi esclusa, per quanto molto rara, la possibilità che la cronica inalazione di proteine del latte adese al lattosio estratto dal latte e impiegato in questi prodotti, possa nel tempo provocare sensibilizzazione o accentuare sensibilizzazioni allergiche già presenti nel paziente.
In relazione al timore di un eventuale accesso asmatico temuto dalla paziente che mi pone la domanda, mi sentirei pertanto di tranquillizzarla solo se davvero ESCLUSIVAMENTE E SICURAMENTE “SOLO” INTOLLERANTE al lattosio, per quanto riguarda l’uso di questi broncodilatatori in polvere contenenti lattosio, mentre ne sconsiglierei vivamente a scopo prudenziale l’uso nel caso in cui fosse un’asmatica sicuramente anche allergica alle proteine del latte, non essendo nota la natura sintetica o naturale del lattosio in essi contenuto.
Fin qui la teoria.
Volendo, tuttavia, scegliere per abitudine una linea di comportamento ultra-prudenziale, per quanto, come visto, il lattosio come tale non sia in grado di provocare attacchi d’asma su base allergica, tenderei a non far uso di queste preparazioni farmaceutiche contenenti lattosio anche se in quantità ridotte, negli asmatici con intolleranze / allergie al lattosio o alle proteine del latte.
E’ infatti disponibile in farmacopea una grande quantità di broncodilatatori che non contengono tale sostanza e sui quali preferirei far cadere la scelta, fosse anche solo per escludere in modo assoluto non tanto un attacco d’asma quanto magari un fastidioso “mal di pancia” che potrei aver difficoltà a giustificare “scientificamente”.
Approfondimenti
Scopri di più su questo argomento leggendo anche:
- Asma bronchiale
- I “fenotipi dell’asma”: i diversi modi di presentarsi dell’asma bronchiale
- Malattie allergiche delle vie aeree
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