“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
Posso smettere i broncodilatatori se respiro bene con la mia asma moderata da acari?
Partirei da alcune considerazioni preliminari che mi consentano di dare una risposta scientificamente attendibile alla giovane paziente che mi pone questa domanda.
L’asma bronchiale corrisponde ad una patologia dei bronchi che si caratterizza per un’ostruzione variabile degli stessi, condizione clinica potenzialmente reversibile con l’impiego di farmaci broncodilatatori.
Il grado di ostruzione dei bronchi viene valutato e graduato, nella sua intensità, con la spirometria, semplice esame non invasivo della funzionalità respiratoria.
Ad un primo livello di valori che corrispondono alla fascia di normalità, seguono tre diversi stadi comunque patologici:
- un primo livello di ostruzione definita “lieve”;
- un secondo livello definito di “ostruzione moderata”;
- un ultimo livello, che è quello dell’”ostruzione grave”.
L’ultimo livello raggruppa tutti i casi clinici caratterizzati da una marcata ostruzione dei bronchi.
Come si vede, mentre nel parlare comune con il termine “moderato” intendiamo qualcosa di “non eccessivo”, ma avente ancora un carattere di “poco preoccupante”, nel parlare “medico” (pneumologico, nella fattispecie) il livello di ostruzione “moderata” corrisponde ad uno step appena sopra il livello di ostruzione grave, e quindi tutt’altro che banalizzabile!
Teniamo conto, quindi, che la paziente che pone la domanda si trova in una condizione clinica caratterizzata da un’importante compromissione funzionale delle vie aeree, ben inteso prima di iniziare la terapia con i broncodilatatori.
Se così non fosse, infatti, sarebbe difficilmente comprensibile l’affermazione “ … se respiro bene …”, in quanto una paziente con ostruzione bronchiale “moderata” sicuramente respira male!
In questo caso la paziente ci sta comunicando che, stabilita con la spirometria una condizione di ostruzione moderata presente al momento della diagnosi e in ogni caso prima di iniziare i broncodilatatori, attualmente sembra aver beneficiato della terapia fino al punto di “respirare bene” dopo aver risolto con i broncodilatatori la sua ostruzione bronchiale “moderata”.
Si tenga conto, tuttavia, che l’attuale miglioramento non è certamente frutto di un miracolo, ma è correlato strettamente al mantenimento nel tempo di una corretta terapia dell’asma protratta per un periodo prolungato.
Tanto più in considerazione del fatto che siamo in presenza di un asma allergico da acari, allergeni ubiquitari della polvere presenti in casa tutto l’anno e non solo in periodi limitati, come può invece accadere ai pazienti allergici ai pollini delle piante presenti nell’ambiente solamente per periodi temporanei, smettere i broncodilatatori per una paziente affetta da una patologia asmatica da allergene perenne, solo in quanto “ … adesso respira bene …”, sarebbe equiparabile al comportamento imprudente e pericoloso di un paziente affetto da ipertensione arteriosa che, dopo aver raggiunto buoni valori pressori grazie alla terapia antiipertensiva, decida di sospenderla solo in quanto “ … adesso ho la pressione a posto! …”.
Avere, per un iperteso, buoni valori pressori raggiunti grazie alla terapia antiipertensiva, coincide al raggiungimento di una “buona condizione respiratoria” per un asmatico esposto stabilmente ad allergeni perenni, ottenuta grazie al costante uso dei broncodilatatori.
Nell’uno e nell’altro caso riterrei la sospensione completa della terapia assai pericolosa, pur mantenendosi per questa paziente, affetta in ogni caso da un importante quadro asmatico da allergene perenne, la possibilità di un prudente tentativo di riduzione progressiva e lenta della terapia dell’asma in atto, ben inteso sotto la costante supervisione dello specialista pneumologo che la segue.
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