Dal prossimo martedì 13-12-2016 verrà decretato, se le condizioni atmosferiche non cambieranno (è difficile che ciò accada), nell’intera area urbana di Torino ed in molti comuni dell’hinterland torinese, il blocco della circolazione in alcune fasce centrali della giornata, iniziando dai veicoli di categoria Euro 3 diesel, estendendo poi tale provvedimento, se la situazione non migliorerà, anche ai veicoli di categoria Euro 4 diesel o superiore.
Al di la delle inevitabili e ormai scontate polemiche innescate a diversi livelli per tale disposto comunale, vediamo alcuni punti che sarebbe utile non ignorare per meglio comprendere le ragioni dello stesso, tendenti fondamentalmente a limitare le inevitabili conseguenze negative sulla salute prodotte dallo smog.
- E’ ormai indiscusso il danno operato dallo smog urbano sull’organismo umano.
Da molti anni numerose società scientifiche internazionali hanno puntato il dito su questo problema, rilevando quanto la presenza degli inquinanti presenti nell’aria delle nostre città sia in grado di peggiorare la situazione respiratoria di tutti, ma ancor più di quei soggetti già portatori di malattie respiratorie croniche tra le quali asma bronchiale, bronchite cronica, enfisema polmonare e broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
Inoltre l’esposizione allo smog delle città aumenta in modo considerevole il rischio di sviluppare, nel corso della vita, un tumore maligno ai polmoni o ai bronchi (vedi “Inquinamento urbano e cancro polmonare”).
Oltre ai danni all’apparato respiratorio, l’inalazione di aria ad elevata concentrazione di smog inquinante è altresì in grado di agire negativamente anche sull’apparato cardiocircolatorio e sull’apparato urinario.
Risulta, infatti, di gran lunga maggiore la percentuale di soggetti affetti da malattie cardiache (infarto miocardico, malattie coronariche, ecc.) che vivono per gran parte dell’anno esposti agli inquinanti urbani rispetto a quelli che vivono invece in aree non inquinate, e risulta parimenti maggiore il numero percentuale di soggetti che ammalano di tumore maligno della vescica, dei reni e più in generale delle vie urinarie e di quelli che presentano patologie vascolari acute cerebrali (ictus, ecc.) e danni cognitivi.
Come se non bastasse, segnalo come anche il diabete mellito tenda a presentarsi con maggior frequenza nelle popolazioni che vivono in ambienti urbani inquinati.
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- L’esposizione allo smog delle città, inoltre, aumenta in modo considerevole la possibilità di sviluppare, nel corso della vita, in persone che presentino atopia (predisposizione genetica ad ammalare di problemi allergici), malattie allergiche a livello di diversi organi e apparati (vedi “Pollinosi” – “Malattie allergiche delle vie aeree”).
Molti casi di tosse persistente (vedi “Tosse persistente dell’adulto e del bambino”) di soggetti che vivono in città inquinate, rappresenta la conseguenza della cronica irritazione alla quale sono sottoposte le vie aeree.
Oltre a ciò, si aggiunga che lo stesso sviluppo di una vera e propria forma respiratoria allergica favorita dalla permanenza in ambienti inquinati, può annunciarsi con la presenza di una tosse di difficile spiegazione (vedi “ Tosse e allergia: il parere dello pneumologo”). - Proprio per i dati che ho sopra riportato, come ho già avuto modo di segnalare in un mio precedente articolo pubblicato in questo sito avente carattere informativo e divulgativo (vedi “Sport nelle città e aria inquinata: il parere dello pneumologo”) sconsiglio vivamente di praticare sport nelle aree urbane, specie nelle ore di punta del traffico veicolare, in quanto la quantità di inquinanti che giunge a contatto con l’organismo, ed in modo particolare con le superfici interne dell’apparato respiratorio, aumenta in modo esponenziale durante l’esercizio fisico, aumentando, per necessità fisiologica, l’ampiezza ed il numero degli atti respiratori al minuto imposti dallo sforzo.
Si tenga conto che il corpuscolato inquinante presente nell’aria, solo per una certa parte impatta sulla superficie interna delle mucose respiratorie e si ferma nelle prime vie aeree (PM10), favorendo lo sviluppo di patologie infiammatorie di questa zona (rinite, sinusite, faringite, e laringite), mentre per quanto attiene al corpuscolato più fine (PM5 e PM2,5) esso può raggiungere l’ambiente alveolare del polmone, che rappresenta la vera e propria parte funzionale dell’apparato respiratorio in grado di consentire la funzione di doppio scambio dei gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica).
A questo livello è possibile lo sviluppo di polmonite e broncopolmonite anche in soggetti sani, oltre alla maggior possibilità di vedere peggiorare la condizione respiratoria di pazienti affetti da bronchite cronica e da BPCO in virtù degli episodi di riacutizzazione infiammatoria favorita dagli inquinati inalati (vedi “ Riacutizzazione di BPCO e bronchite cronica: novità dallo pneumologo”), che spesso scompensano anche i quadri di concomitante labile compenso cardiocircolatorio di questi soggetti.
A tale livello, inoltre, il corpuscolato fine del PM2,5, passando nel sangue, viene trasferito nell’apparato circolatorio ove esplica i suoi peggiori effetti negativi. Tracheiti e bronchiti in quantità, inoltre, rappresentano poi l’ulteriore prezzo da pagare nel caso in cui si viva in ambienti urbani inquinati. - Come già detto sopra, esiste nei bambini esposti allo smog delle città il concreto rischio di sviluppare con maggior frequenza malattie allergiche respiratorie.
Questi bimbi, inoltre, specie nel corso dei mesi freddi, sono esposti ad un maggior rischio di bronchiolite (vedi “Bronchiolite e immagini ad albero in fiore alla TAC (tree in bud): il punto dello pneumologo” – “ COP, BOOP, bronchiolite obliterante e polmonite organizzata”), malattia delle vie aeree in alcuni casi estremamente temibile specie nel caso dei neonati e dei bimbi di basso peso alla nascita.
Negli stessi risultano più frequenti gli episodi di laringospasmo (laringite spastica) notturno, che tanto preoccupano i loro genitori. In bimbi di età inferiore ai cinque anni esposti all’inquinamento urbano, inoltre, risultano più frequenti gli episodi di bronchite sibilante con possibilità di successiva evoluzione in una vera e propria condizione asmatica (vedi “Asma bronchiale e bronchite asmatica nei bambini: il parere dello pneumologo”). - Naturalmente lo smog urbano produce danni maggiori negli esposti contemporaneamente anche al fumo di tabacco, andando a sommare la sua azione patogena a quella già esercitata dai prodotti della combustione della sigaretta (vedi “ Fumo di sigaretta e inquinamento urbano: individuazione precoce dei danni funzionali”).
Una pericolosa conseguenza di ciò è dimostrabile con la spirometria (vedi “La spirometria o esame spirometrico”), esame funzionale non invasivo con il quale è dimostrabile un maggiore e più rapido deterioramento della funzione polmonare nei soggetti esposti ad inquinamento urbano e, ancor più, in coloro che fumando tendono ad accentuare tale rischio. - Segnalo, inoltre, come l’asma bronchiale (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere”) sia una tra le malattie respiratorie che più di altre è influenzata dal clima (vedi “Asma e clima: il parere dello pneumologo”), divenendo più impegnativo il suo controllo nel corso delle giornate con maggior inquinamento, pur in presenza di terapie corrette.
Conclusione
Visti i punti sopra esposti, per quanto rappresenti certamente un notevole disagio il fatto di rinunciare temporaneamente all’automobile, inviterei tutti a sopportare con pazienza tale momentanea limitazione, non potendo agire, se non in misura limitata (modica riduzione della temperatura nella case) sull’altro più rilevante, ma meno modificabile fattore (morire di freddo è peggio!), rappresentato dall’inquinamento prodotto dal riscaldamento delle nostre abitazioni.
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