La rinite allergica interessa non solamente l’otorinolaringoiatra ma anche lo pneumologo.
E’ vero infatti, che come ben conosce lo specialista delle malattie dell’apparato respiratorio, nel paziente asmatico, se il naso è fuori controllo, anche i bronchi, e quindi l’asma bronchiale, sono fuori controllo! (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere” – “ Sento un fischietto quando respiro! Che cos’è?”).
Il naso, in fondo, appartiene come i bronchi a quell’unica più grande “via respiratoria” che accomuna spesso processi patologici simili, per quanto in grado di manifestarsi clinicamente in punti diversi della stessa.
Il detto ben caro allo pneumologo “one way – one disease” (“una via – una malattia ”), descrive molto bene tale situazione, sottolineando in pratica la possibilità che un processo patologico infiammatorio che colpisca le vie aeree possa considerarsi sotto controllo a patto che esso venga “spento” a tutti i livelli dell’apparato respiratorio ai quali esso si presenti.
Tali considerazioni sono particolarmente appropriate nel caso dell’asma allergico, che rappresenta la più comune presentazione della malattia asmatica (vedi “Pollinosi” – “Malattie allergiche delle vie aeree”).
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In molti casi gli allergeni responsabili delle crisi respiratorie asmatiche e degli starnuti, sono rappresentati
- dai pollini delle piante erbacee o degli alberi (vedi “Asma allergico da graminacee: il parere dello pneumologo ”)
- dagli acari della polvere domestica (vedi “Asma allergico da acari della polvere: i consigli dello pneumologo” )
- o dai prodotti della desquamazione della cute degli animali (vedi “Bimbo, animali domestici, asma e allergie: i consigli dello pneumologo” )
- o ancora dai micofiti e dalle muffe presenti nelle case o negli spazi aperti (vedi “Asma, problemi respiratori e muffe nella casa”).
Su questi il fumo di sigaretta completa l’opera, accentuando quell’infiammazione delle vie aeree che poi rende più difficoltoso il controllo delle forme allergiche rinitiche e asmatiche (vedi “ Asma e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo” ).
Si tenga presente, inoltre, che come già ho descritto in un mio precedente articolo pubblicato sul sito (vedi: ” Dalla rinite allergica all’asma bronchiale: lo pneumologo e la prevenzione asmatica”), esiste un concreto ed elevato rischio di veder comparire nel corso della vita l’asma bronchiale, nel caso in cui il paziente sia inizialmente portatore di sola rinite allergica.
Circa due terzi dei pazienti che presentano in un primo tempo la sola rinite allergica, infatti, diventano nel tempo anche asmatici, rappresentando fattori protettivi, in grado di limitare tale progressione clinica, l’immunoterapia con estratti allergenici (TIS – terapia iposensibilizzante specifica), sia in termini di terapia iniettiva per via sottocutanea (SCIT – subcutaneous immunotherapy) sia in quelli di somministrazione per via sublinguale (SLIT – sublingual immunotherapy), un adeguato controllo dell’infiammazione nasale allergica, la ridotta esposizione del paziente agli inquinanti dello smog urbano e lavorativo ed al fumo di sigaretta, ed infine la prevenzione delle infezioni virali respiratorie, specie quelle da virus influenzale che, in molti casi, rappresenta un fattore determinante del passaggio rinite – asma (vedi “Vaccinazione antinfluenzale e malattie polmonari: i consigli dello pneumologo” – “ Le vaccinazioni utili in pneumologia: il parere dello pneumologo”).
Nell’ottica di un adeguato controllo della sintomatologia rinitica e dell’infiammazione allergica delle fosse nasali, rivestono notevole importanza la terapia con farmaci nebulizzati localmente e quella con medicamenti antistaminici e cortisonici assunti per via orale, tenendo sempre conto che, nei bambini con tale tipo di problema, è preferibile posticipare le terapie con steroidi (cortisonici) e antistaminici locali (nasali) spesso a dopo il terzo anno di vita, mentre per ciò che riguarda l’uso degli antistaminici per uso orale, questo è già ammesso dopo i 2 anni.
Naturalmente in ogni caso sarà il medico prescrittore dei vari farmaci a consigliare il paziente, anche in relazione a quanto dichiarato dalle ditte farmaceutiche a proposito dei diversi prodotti impiegati.
Inoltre, come già detto sopra, le terapie iposensibilizzanti con vaccini antiallergici (SCIT e SLIT), anche se associate al concomitante uso di farmaci, rappresentano una buona possibilità di cura e di prevenzione dell’evoluzione della rinite nella successiva forma asmatica.
Oltre alle terapie farmacologiche e immunologiche viste prima, comprendenti anche la possibilità d’impiego dei cromoni locali ad azione preventiva sulla degranulazione allergica dei mastociti (sono le cellule che liberano l’istamina), risulta di primaria importanza la prevenzione dell’esposizione ai pollini delle piante o agli altri allergeni respiratori non pollinici citati prima, individuati attraverso i test allergometrici (vedi “Asma allergico con prove allergologiche negative: il parere dello pneumologo”).
L’adeguata scelta del luogo di vacanza e una corretta igiene della casa rappresentano due tra i momenti più importanti per il controllo della rinite (vedi “Asma allergico e luogo di vacanze: i consigli dello pneumologo” – “ Asma allergico e allergie respiratorie: 20 consigli utili per l’igiene della casa”).
Oltre a tutto ciò, negli ultimi anni si è andato affermando l’uso di particolari filtri nasali antipolline e anti-allergeni volatili presenti nell’aria degli spazi aperti e in quella degli spazi confinati delle nostre case e dei molti luoghi chiusi che solitamente frequentiamo.
E’ tuttavia da tener presente che tali filtri, per quanto riducano la necessità di usare i farmaci, potrebbero non consentirne la completa eliminazione.
Usati iniziando prima dell’inizio della stagione di pollinazione, consentono in ogni caso di ridurne l’uso.
Essi si rivelano molto utili specie se associati a basse quantità di farmaco e alla TIS (SCIT e SLIT), misura quest’ultima spesso utile non solo a ridurre i sintomi rinitici e asmatici, ma anche a ridurre la quantità di farmaci necessari per controllare la rinite e a limitare la possibilità che si realizzi il passaggio rinite àasma, interrompendo la catena di eventi patologici che portano dall’una all’altra forma allergica.
Tali filtri monouso, presenti in commercio in diverse misure, si dimostrano utili a migliorare negli allergici il riposo notturno, facilitando la respirazione in tale periodo.
La facilità di applicazione all’interno delle narici ne rende possibile un uso senza problemi.
La tollerabilità è generalmente molto elevata anche durante l’attività sportiva (ciclismo, corsa all’aria aperta, ecc.) e ciò rappresenta un indubbio vantaggio specie per chi pratica sport nelle città inquinate (vedi “ Sport nelle città e aria inquinata: il parere dello pneumologo”), essendo i filtri in grado di ridurre anche la quantità inalata di particelle del corpuscolato presente nello smog urbano (polveri sottili e ultrasottili del PM10 e dei PM2.5 e 1.0) (vedi “ Inquinamento urbano e cancro polmonare”).
Ciò è possibile grazie alla presenza, lungo le pareti interne del filtro, di un biogel in grado di intrappolarle insieme ai pollini aerodispersi e a tutte le micro-particelle elettrocariche presenti in sospensione nell’aria inalata.
Tale dispositivo nasale è quindi impiegabile non solamente dai pazienti affetti da malattie respiratorie allergiche, ma altresì dai pazienti affetti da bronchite cronica e da broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO), per limitare le riacutizzazioni infiammatorie delle vie aeree più frequenti nei mesi freddi e nelle città a più elevato tasso di inquinamento.
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