E’ responsabile di allergie respiratorie, asma e rinite allergica tra i mesi di febbraio e novembre, con un picco di concentrazione pollinica intorno ai mesi di maggio-giugno.
Parliamo della Parietaria.
Introduzione
Uno dei pollini più frequentemente responsabile, dopo le graminacee, di allergie respiratorie (vedi “Malattie allergiche delle vie aeree”), e in modo particolare di asma bronchiale (vedi “ Asma bronchiale: malattia da conoscere”) e di rinite allergica nel nostro Paese, è il polline della Parietaria, genere appartenente alla famiglia delle Urticaceae alla quale appartiene anche il genere Urtica (Urtica dioica – vedi foto), priva tuttavia di interesse allergologico.
Al genere Parietaria appartengono diverse specie di piante erbacee particolarmente presenti, nell’area mediterranea
- sui muri delle vecchie case (per questo nota anche con il termine di “erba muraiola”)
- sui ruderi abbandonati delle stesse
- e lungo il bordo delle strade.
Tra queste, Parietaria judaica, Parietaria officinalis e Parietaria lusitanica.
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Le foglie di questa pianta, usate un tempo per ripulire, aggiunte all’acqua, l’interno delle bottiglie e dei fiaschi di vetro dai residui del vino e dell’aceto, hanno fatto si che la Parietaria sia stata per questo soprannominata, dalla tradizione popolare, “erba vetriola”.
Ricorda nell’aspetto l’ortica (Urtica dioica) tanto comune nei nostri campi, essendo priva, tuttavia, della capacità urticante (pruriginosa) propria di questa pianta (è indicata dai bimbi come “l’ortica che non punge”).
Tutte queste diverse specie sono dotate di spiccata capacità allergizzante, tanto che nel nostro Paese la sensibilizzazione ad esse si rende responsabile di una gran parte dei casi clinici di allergia nei pazienti affetti da pollinosi.
Il periodo di pollinazione è variabile nelle varie zone d’Italia, ma in senso generale si può dire che essa si estenda da febbraio fino a novembre, con un picco di concentrazione pollinica intorno ai mesi di maggio-giugno nelle regioni settentrionali, ed una ripresa della stessa più tardiva (settembre-ottobre).
Vista, tuttavia, l’estrema variabilità nell’aria della quantità di polline direttamente responsabile dei sintomi allergici e asmatici del paziente, consiglio sempre di fare riferimento ai calendari pollinici delle varie zone pubblicati in rete, al fine di meglio orientare la terapia in funzione delle particolari condizioni ambientali più o meno sfavorevoli nei diversi periodi dell’anno.
Le crisi asmatiche conseguenti all’inalazione del polline presente nell’aria, in pazienti sensibilizzati, determinano la comparsa dei classici quattro sintomi dell’asma, consistenti in
- tosse
- dispnea prevalentemente espiratoria
- sibilo espiratorio (vedi “ Sento un fischietto quando respiro! Che cos’è?”)
- e senso di costrizione al torace.
Talvolta le manifestazioni asmatiche legate all’inalazione di questo polline possono rivestire caratteri di particolare gravità, giungendo anche alla necessità di ricorrere a cure urgenti presso il Pronto Soccorso.
In altri casi, invece, anche solo una tosse persistente presente nel periodo dell’impollinazione di queste piante, può rappresentare un sintomo allarmante, in quanto da considerare come un possibile “equivalente asmatico” in un momento in cui il paziente, in fase pre-clinica, ancora non presenti una manifestazione dell’asma completa di tutti i quattro sintomi sopra ricordati (vedi “ Tosse e allergia: il parere dello pneumologo”).
Come sempre avviene nei casi in cui l’asma presenti un’eziologia allergica, la diagnosi allergologica diviene di particolare importanza, in quanto consente allo pneumologo di gestire in modo ottimale il percorso terapeutico dei pazienti affetti da tale forma di patologia respiratoria, meglio orientandoli nella gestione del problema attraverso una correzione di abitudini e di stili di vita, ad esempio:
- Corretta scelta del luogo di vacanza – vedi “Asma allergico e luogo di vacanze: i consigli dello pneumologo”
- Scelta di attività sportiva compatibile con il problema asmatico allergico – vedi “Bambino asmatico e sport: i 10 consigli dello specialista”),
- Ben oltre la semplice prescrizione di aerosol e “bombolette” contenenti farmaci broncodilatatori ed antiinfiammatori.
Da ricordare anche la possibilità di reazioni allergiche crociate con alcuni alimenti che si possono verificare in pazienti sensibilizzati alla Parietaria.
Tra questi:
- ciliegia
- basilico
- piselli
- gelso
- melone.
Terapia dell’asma bronchiale da parietaria
La terapia dell’asma bronchiale da parietaria può giovarsi dell’uso dei classici farmaci ad attività broncodilatatrice (ma non solo) impiegati nella terapia di forme asmatiche a diversa eziologia, non dimenticando che la prima misura che consiglio è l’impegno a limitare nel modo più rigoroso possibile il contatto diretto con la fonte pollinica.
Per questo, anche in tale occasione, ritengo utili alcuni consigli che ho già dato su questo sito a proposito dell’igiene della casa (vedi “Asma allergico e allergie respiratorie: 20 consigli utili per l’igiene della casa”) e dell’asma da acari (“ Asma allergico da acari della polvere: i consigli dello pneumologo”).
Nel corso del trattamento è possibile monitorare la situazione respiratoria del paziente con un periodico controllo della spirometria, esame funzionale altresì utile in fase diagnostica.
Ricordo come l’asma bronchiale sia una malattia respiratoria con importanti implicazioni non solamente fisiche, ma altresì sociali e psicologiche.
Per questo ritengo di fondamentale importanza non ignorare tali aspetti correlati, con il preciso fine di non perdere la possibilità di gestire al meglio una malattia respiratoria dai profili funzionali talora assai complessi.
Ritengo poi di notevole importanza, per un risultato ottimale, non dimenticare di seguire con attenzione il paziente, verificando la costanza dello stesso nell’aderire ai trattamenti prescritti (vedi “ Pneumologia e aderenza alle cure nelle malattie respiratorie: i consigli dello pneumologo”) ed insegnando con pazienza allo stesso le corrette tecniche di assunzione dei farmaci inalatori (vedi “ Asma e malattie respiratorie ostruttive: corretto uso delle bombolette e dei “device” a polvere secca nella cura”).
Solo in questo modo ci si potrà garantire un risultato spesso precluso da inattenzione, sottostima o banalizzazione di aspetti che ritengo invece fondamentali a garantire il successo della terapia.
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