Viene avvertita come “sensazione di sentirsi soffocare” ed è causata da un modo non corretto di respirare, proprio di soggetti affetti da malattie respiratorie.
Vediamo di cosa si tratta e come evitarla.
Quando respirare diviene fastidioso
E’ frequente il caso di pazienti che riferiscono una percezione fastidiosa del proprio modo di respirare (vedi anche “Dispnea (difficoltà respiratoria)”).
Mi riferisco a coloro che dichiarano di “ …. non riuscire a tirare dentro l’aria ….. a fare qualche passo ed accorgersi che l’aria non entra più ! …… “
Spesso tali soggetti appartengono alla nutrita schiera di coloro che soffrono di disturbi respiratori cosiddetti “ostruttivi”, intendendo con ciò quei pazienti affetti da asma, bronchite cronica, broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ed in modo particolare da enfisema polmonare (vedi anche “Asma bronchiale ” – “Broncopneumopatia cronica ostruttiva – BPCO” – “Bronchite acuta e cronica” – “ Enfisema polmonare”).
Il comune denominatore di questi soggetti consiste nel mettere in atto, in modo del tutto inconsapevole, una particolare modalità di respirare “a polmoni pieni”.
Cercherò di farmi capire meglio portando un esempio che serva a meglio comprendere la situazione.
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Immaginiamo un bicchiere pieno d’acqua.
Ed immaginiamo ora di voler introdurre nuova acqua in quel bicchiere. E’ chiaro che se il bicchiere già è pieno d’acqua sarà impossibile introdurne altra.
I pazienti affetti da patologia respiratoria ostruttiva fanno esattamente questo.
Nel corso del tempo, per motivi di minor lavoro respiratorio e di minor fatica, senza accorgersene imparano a respirare mantenendo intrappolata nei loro polmoni una quota d’aria che non viene completamente eliminata al termine di ogni singolo atto respiratorio per cui, anche solo nel corso di un’attività fisica pari a quella di una semplice passeggiata, si ritrovano a respirare mantenendo i polmoni pieni d’aria.
Ciò determina il fatto che, dopo un certo periodo, ogni ulteriore tentativo di introdurre nuova aria nei polmoni in occasione del respiro successivo diviene impossibile, trovando gli stessi già completamente “gonfi”.
Di qui la sensazione, riferita dal paziente, di sentirsi “soffocare” e di non riuscire a respirare.
Divenire consapevoli del proprio respiro anomalo per poterlo correggere
Il primo passo per poter meglio affrontare un disagio respiratorio di questo tipo, quando insorge, consiste nel ridurre l’ansia generata dal respiro fastidioso imparando, con l’aiuto di un trainer in grado di seguire il paziente, a prendere “contatto” con il proprio respiro anomalo.
E’ questo il modo migliore per iniziare a gestire al meglio la situazione, consentendo al paziente di cambiare rapidamente le cose nel momento in cui inizi ad accusare fatica a respirare.
Il secondo passo, poi, consiste nel far provare da subito la possibilità di controllare rapidamente la dispnea nel momento in cui insorge, attraverso tutta una serie di automatismi che il paziente può acquisire (rilassamento muscolare, respirazione lenta controllata, ecc.).
Con il terzo momento, infine, si porta il paziente a gestire il suo problema (la dispnea) con minor disagio, riconducendo la sua difficoltà respiratoria entro i termini di un problema affrontabile e risolvibile attraverso una semplice serie di esercizi respiratori (rimodellamento del pattern respiratorio attraverso esercizi respiratori).
Anche questo è Medicina del Respiro: scacco matto in poche mosse al disagio respiratorio.
Naturalmente non senza poi dimenticare, dopo aver meglio controllato il sintomo, di affrontare seriamente anche le sue cause attraverso una diagnosi corretta ed un appropriato trattamento medico del disturbo.
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