Prima d’intraprendere un viaggio, nel caso in cui si soffra di asma bronchiale e specialmente di asma allergico, ritengo sia utile tener conto di una serie di cose importanti per ridurre al massimo le possibilità di avere problemi, specie nel caso in cui ci si trovi in luoghi distanti da casa nei quali potrebbe essere meno agevole poterli risolvere.
Con le dovute accortezze, infatti, la malattia asmatica non dovrebbe rappresentare un problema tale da impedire, a chi ne è affetto, di attendere alle normali occupazioni di tutti, e tra queste anche alla possibilità di godersi piacevolmente una vacanza, ma qualche attenzione è d’obbligo.
Godersi le vacanze viaggiando o spostarsi per lavoro, infatti, (vedi anche “Asma allergico e luogo di vacanze: i consigli dello pneumologo ”) non è precluso a chi soffra d’asma, a patto che ci si organizzi soprattutto in relazione al fatto che la malattia potrebbe talvolta riconoscere momenti di scompenso respiratorio imprevedibile, con tutti i sintomi disturbanti che, chi è asmatico, ben conosce (tosse, dispnea (difficoltà respiratoria), respiro sibilante e senso di costrizione al torace) e che vissuti lontano dai luoghi sicuri di sempre spaventano il paziente.
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Asma in viaggio: cosa fare?
Mi sentirei, quindi, nel caso in cui ci si apprestasse a programmare un viaggio, non solamente per divertimento e vacanza ma anche per motivi di lavoro, di tener conto dei seguenti consigli:
- La meta del viaggio andrebbe sempre valutata attentamente specie nel caso in cui il paziente sia un asmatico allergico ai pollini (vedi “ Pollinosi” e “Malattie allergiche delle vie aeree”), considerando attentamente, per tutta la durata della prevista permanenza, il calendario pollinico del luogo ove siano previsti trasferimento e soggiorno.
- Allo stesso modo, consiglio di valutare la situazione climatica del paese in cui si preveda di viaggiare, considerando la differenza con il clima presente nel luogo di partenza.
L’asma, infatti, risente spesso dei grandi sbalzi termici e potrebbe risentire negativamente di un repentino salto in un clima estivo, provenendo magari da una stagione invernale (vacanza natalizia nella fascia tropicale), anche e soprattutto per l’esposizione fuori stagione all’aria fredda e deumidificata degli impianti di climatizzazione, o viceversa di un’esposizione al freddo, partendo magari per la fascia polare, durante l’estate.
La stessa cosa vale, oltre che per il caldo e il freddo, per l’umidità dell’aria nella zona nella quale si vuole soggiornare.
L’aria troppo secca o troppo umida può spesso compromettere gravemente il benessere dell’asmatico e la sua stabilità clinica. - Sono sconsigliabili i lunghi voli aerei, specie quelli delle grandi trasvolate oceaniche, in chi non abbia un asma ben compensato e stabile da un punto di vista dei sintomi all’atto della partenza e, in senso più generale, in chi in passato abbia sofferto di attacchi asmatici acuti con necessità di rapido intervento in Pronto Soccorso.
La permanenza in aereo, infatti, renderebbe impossibile un qualsiasi intervento d’urgenza adeguato atto a risolvere una grave crisi respiratoria che sopraggiungesse fuori programma.
Anche per questo, un eventuale contatto con il proprio specialista per valutare insieme la condizione clinica prima della partenza, potrebbe rappresentare un comportamento prudente. - Nel caso di viaggi all’estero, portare sempre con sé una relazione scritta, meglio se tradotta almeno in inglese o, meglio ancora, in lingua locale, nella quale vengano chiaramente descritte la storia clinica passata e la condizione presente, avendo l’accortezza di descrivere chiaramente la terapia in atto (farmaci utilizzati), meglio se indicati non tanto con il loro nome commerciale (Ventolin), quanto con la denominazione internazionale del prodotto che contengono (salbutamolo).
E’ altresì utile informare gli eventuali compagni di viaggio della propria condizione di malattia, in modo tale da poter essere efficacemente assistiti in caso di necessità. - Controllare attentamente di avere con sé tutti farmaci previsti per la terapia e verificare le loro scadenze, prestando attenzione a confermare che le dosi corrispondano a quelle necessarie per la copertura dell’intero periodo di permanenza fuori casa.
- Ragionare sempre per eccesso, immaginando di trovarsi nel luogo distante e pensando a cosa potrebbe servire nel caso in cui si rimanesse senza l’indispensabile per curarsi (un aerosolizzatore ultrasonico compatto di riserva in più, inalatori pressurizzati al bisogno, anche non abitualmente impiegati, che potrebbero rendersi utili in caso di necessità, ecc.).
- Non commettere mai l’errore di far viaggiare i farmaci solo nel bagaglio caricato in valigia e imbarcati nel cargo, nel caso di voli aerei, per evitare di rimanere senza farmaci nel caso in cui si smarrissero le valigie in uno scalo aereo.
I farmaci vanno sempre portati in due sedi distinte, sia in valigia, sia nel bagaglio a mano, prestando attenzione, in questo secondo caso, alle norme che regolano l’accesso ai velivoli in materia di antiterrorismo (fiale e contenuti minimi, bombolette pressurizzate, ecc.).
A tal proposito consiglierei di contattare per tempo, prima del viaggio, le autorità aeroportuali per informarsi sulla normative previste, per evitare di vedersi sequestrare in fase d’imbarco confezioni di farmaco non autorizzate e magari indispensabili! - Tenere sempre conto del fatto che, distanti da casa, la conoscenza della lingua potrebbe fare la differenza nel caso in cui una crisi respiratoria dovesse presentarsi, sia in relazione alla possibilità di spiegare chiaramente la propria condizione di malattia, sia a quella di comunicare con precisione la terapia seguita.
Lo scritto anamnestico consigliato prima potrebbe risultare prezioso! - Informarsi sempre sulla situazione ambientale della casa o dell’albergo che si andrà ad abitare, per evitare la sorpresa di trovarsi a soggiornare in ambienti con moquette o arredi polverosi, specie nel caso in cui si sia allergici agli acari della polvere domestica.
- Per quanto una permanenza in nave (crociera) rappresenti una situazione sicuramente meno rischiosa rispetto ad un lungo volo aereo, soprattutto in relazione alla miglior gestibilità di una crisi asmatica fuori programma (medico di bordo ed infermeria attrezzata), bisogna tener conto di un potenziale fattore di scompenso dell’asma rappresentato dalla intensa climatizzazione degli ambienti praticata sulle navi.
Ai soggetti asmatici già noti per passati momenti di scompenso respiratorio quando esposti all’aria dei condizionatori, sconsiglierei una prolungata permanenza a bordo, optando per una vacanza di altro tipo. - Informarsi sempre bene, prima di partire, su luoghi di cura che potrebbero rendersi disponibili in urgenza durante il soggiorno (mappa dei Pronto Soccorso e degli ospedali più affidabili).
L’eccesso di prudenza, in questi casi, non ha mai fatto danni! - Informarsi, nel caso di viaggi all’estero, della denominazione dei farmaci del luogo in cui è previsto il soggiorno, in modo tale da poterli agevolmente reperire in caso di necessità.
- Prendere in considerazione, prima di partire, la possibilità di stipulare un’assicurazione sanitaria che garantisca un’adeguata assistenza medica nel caso in cui si rendesse necessaria.
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