“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
Perché quando sono raffreddato mi sembra di soffocare anche se posso respirare con la bocca?
Non è infrequente trovare pazienti che percepiscano un esagerato disagio a respirare (dispnea) in presenza di una banale malattia da raffreddamento (“raffreddore”). In questi soggetti l’ostruzione delle fosse nasali generata dall’infiammazione e dal conseguente edema (gonfiore) delle mucose che rivestono il naso al suo interno, provoca una più generale dispnea che va oltre il semplice fatto ostruttivo meccanico del naso, assumendo spesso connotati catastrofici e invalidanti più simili ad una vera e propria asfissia!
Se prendiamo, ad esempio, un qualunque soggetto che respiri bene e gli chiediamo di valutare la sua capacità di respirare, espressa su di una scala analogico-visiva 1 – 10, prima e dopo avergli chiuso il naso con una pinzetta tappa-naso da piscina, ci accorgiamo come anche chi respira bene esprimerà, a naso chiuso, un disagio respiratorio che sarà spesso percepito ben oltre le proprie narici, per arrivare ad essere descritto come una più importante sensazione di ostruzione respiratoria generalizzata localizzabile anche al “torace”, ai “bronchi”, al “collo” e così via.
Ciò è dovuto, a naso tappato, alla alterazione e alla messa in discussione di tutta una serie di percezioni recettoriali che, partendo dalla periferia (mucose nasali integre e normale flusso nasale dell’aria) vengono convogliate al cervello dal sistema nervoso periferico e interpretate dallo stesso come un’anomalia respiratoria ben più ampia rispetto a quanto non ci si dovrebbe attendere per la sola ostruzione del naso.
La bocca, in fondo, cioè il “buco” più grosso, per quanto libero di far passare l’aria in modo normale, non si dimostra in grado in questi casi di sopperire, a naso chiuso, all’abolizione delle abituali percezioni tattili e termiche di un normale contatto dell’aria con le mucose nasali.
E come se il cervello, vera e propria centralina in grado di controllare i flussi del regolare “scorrere” dell’aria in entrata, avvertisse una “perturbazione assoluta” (legge del “tutto o nulla”) a livello dei flussi nasali e allarmasse il sistema al fine di risolvere l’ostruzione respiratoria.
A ciò si aggiunga la “lettura” soggettiva di noi tutti di fronte ai vari eventi del vissuto quotidiano (mondo “intra-psichico”), dove non esistono semplici esperienze assolute, ma ben più reali personali interpretazioni delle stesse in funzione della tendenza, da parte di ognuno, di attribuire significati diversi alle stesse comuni esperienze.
I “fobici”, pertanto, abituati al sentirsi sicuri solo in presenza di “ciò che conoscono”, “condiranno” con significati terrifici l’ostruzione “non normale” del naso, fino al punto di dimenticare di avere una bocca assolutamente in grado, da sola, di respirare senza soffocare!
Gli “ossessivi”, dal canto loro, obbligati da sempre al controllo rigoroso sulle cose e alla loro irrinunciabile “perfezione”, con le loro interpretazioni opposte in equilibrio tra “il bianco e il nero” assoluti (i “grigi” per definizione non esistono!), concluderanno inconsciamente che un respiro “buono” è accettabile solo a patto che sia “perfetto“ e al minimo sentore di un’anomalia, anche poco limitante il flusso nasale dell’aria, daranno luogo ad un’amplificazione inconscia della sensazione ostruttiva che si tradurrà, in termini assoluti, in un respiro pericolosamente “assente”!
Per concludere, collocata ben oltre il naso, è ciò che amo chiamare “dispnea nasale”!
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