“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
Ho avuto una polmonite da covid-19 circa 2 mesi fa ma mi sento ancora stanchissima. E’ normale?
La polmonite, cioè l’interessamento infiammatorio dei polmoni secondario alle più diverse cause (microbica batterica e virale, da allergeni naturali, da radiazioni ionizzanti, da infiammazione autoimmune, da farmaci, ecc. ), è spesso responsabile di quadri clinici che, al di là della specifica sintomatologia bronco-polmonare, interessano l’intero organismo con compromissione dello stato generale anche di notevole entità.
In questo caso la polmonite alla quale si riferisce questa paziente trae origine da un’infezione virale da Sars-CoV-2, agente eziologico di Covid-19.
La generale stanchezza che si presenta nel corso della polmonite da Covid-19 trova una spiegazione nella grande quantità di citochine (agenti biologici dell’infiammazione) presenti nel corso della fase acuta dell’infezione (cosiddetta “cascata citochinica”), in grado di agire direttamente sugli organi bersaglio dell’infiammazione con sintomi d’organo specifici.
Si avranno, così
- sintomi polmonitici, in caso di interessamento infiammatorio polmonare
- vasculitici, per interessamento dei vasi sanguigni
- encefalitici, per interessamento del tessuto cerebrale
- miocarditici, nel caso in cui sia interessato il cuore (miocardite e pericardite)
- e miositici, nel caso in cui vi sia un diffuso interessamento infiammatorio dei muscoli.
In ogni caso il più frequente sintomo comune a tutti questi diversi stati infiammatori degli organi è proprio l’astenia, termine con il quale indichiamo una condizione clinica caratterizzata da particolare stanchezza patologica.
Oltre all’astenia presente come conseguenza dello stato infiammatorio acuto delle polmoniti da Sars-CoV-2, esiste poi una sindrome astenica di più lunga durata che si associa molto spesso alle infezioni da Sars-CoV-2.
Ed è proprio questa l’astenia profonda (“stanchissima”) di cui parla la signora che pone la domanda, condizione che in molti casi accompagna il paziente anche per molti mesi, esitando nella maggioranza dei casi in una risoluzione spontanea.
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