In questo articolo risponderò in maniera chiara e semplice ad alcune delle domande più ricorrenti dei miei pazienti, come:
- Che cos’è la spirometria?
- Quanto tempo richiede la spirometria?
- Come viene eseguita la spirometria?
- Che cosa rileva la spirometria?
- E’ un esame rischioso?
- Quali sono le controindicazioni della spirometria?
- In quali casi può essere utile eseguire una spirometria?
Che cos’è la spirometria?
La spirometria o esame spirometrico è un esame clinico diagnostico di facile esecuzione, assolutamente non invasivo ed indolore, in grado di valutare una moltitudine di parametri respiratori direttamente correlati con la buona funzionalità dell’apparato respiratorio (funzionalità polmonare).
La spirometria è in grado di misurare i volumi dell’apparato respiratorio sia in termini di quantità di aria presente nei polmoni, sia in termini di capacità di bronchi e polmoni di consentire il corretto flusso dell’aria all’interno dell’apparato respiratorio in condizioni di normalità.
Quanto tempo richiede la spirometria?
La spirometria è un esame diagnostico rapido e di facile esecuzione per cui il tempo che il paziente deve dedicare allo stesso non rappresenta certamente un impedimento alla sua effettuazione.
Con una buona collaborazione del paziente il tempo medio richiesto è di circa una decina di minuti.
Come viene eseguita la spirometria?
La spirometria è un esame della funzione respiratoria che viene eseguito con uno strumento denominato spirometro.
L’indagine diagnostica è estremamente semplice, assolutamente non fastidiosa e richiede solamente un modesto grado di collaborazione da parte del paziente.
L’operatore segue il paziente durante tutto il corso dell’esame e lo aiuta a compiere le diverse facili manovre in grado di consentire la corretta acquisizione dei dati utili alla successiva analisi.
Il paziente viene connesso allo spirometro attraverso un boccaglio che viene portato alla bocca dal paziente stesso.
Il paziente non è mai posto all’interno di spazi ristretti che ne limitino la possibilità di sentirsi libero da costrizione (spazi o cabine confinate), non precludendo quindi la possibilità di praticare l’esame ai pazienti particolarmente sensibili agli spazi chiusi.
Nel corso dell’esame il paziente viene invitato dall’operatore a compiere dei normali atti respiratori, dopo di che viene invitato a vuotare l’aria dai polmoni in una prima fase più lentamente ed in una seconda fase in modo più rapido.
Che cosa rileva la spirometria?
La spirometria è in grado di individuare anomali volumi polmonari e scarsa capacità funzionale polmonare responsabili di molte situazioni che correlano con la difficoltà respiratoria del paziente indicata con il termine dispnea (respiro difficoltoso, fatica a fare le scale, ridotta capacità del paziente a tollerare sforzi fisici, ecc.).
E’ un esame rischioso?
La spirometria non è assolutamente un esame pericoloso a patto che se ne rispettino le controindicazioni.
L’operatore preposto all’esame valuta con il paziente stesso, prima di procedere all’esame, l’eventualità di escluderlo dal test.
Quali sono le controindicazioni della spirometria?
L’esecuzione della spirometria prevede una serie di controindicazioni, tra le quali:
- Precedenti episodi cerebrovascolari (ischemici e più ancora emorragici)
- Infezioni polmonari, specie se recenti
- Recente intervento chirurgico toracico, addominale, oculare o neurochirurgico
- Infarto miocardico negli ultimi 6 mesi o angina instabile
- Aneurismi e grave ipertensione arteriosa
- Piastrinopenia (piastrine < 50.000 /mm3)
- Presenza di sintomi che potrebbero interferire con l’esecuzione della spirometria (nausea, vomito)
In quali casi può essere utile eseguire una spirometria?
La spirometria può trovare una utile applicazione in tutti quei casi in cui è necessario:
- Valutare una dispnea (difficoltà respiratoria) le cui cause non risultano ancora sufficientemente chiarite, unitamente ai dati derivanti dalla visita medica e da altri eventuali indagini cliniche.
- Valutare una tosse che perduri da tempo, in assenza di altri sintomi clinici.
- Chiarire le cause di una facile affaticabilità.
- Diagnosticare e/o controllare nel tempo pazienti affetti da problemi respiratori quali:
- asma bronchiale allergico e non allergico
- bronchite cronica
- enfisema
- BPCO (broncopneumopatia cronica ostruttiva)
- malattie polmonari restrittive
valutando periodicamente sia l’evoluzione delle stesse che l’efficacia della terapia in corso.
- Valutare un respiro difficoltoso che perdura talora da molto tempo, magari sottostimato dal paziente per l’abitudine ad una difficoltà respiratoria ritenuta erroneamente “senza soluzione”.
- Valutare la funzionalità respiratoria nei fumatori, per individuare il più precocemente possibile un eventuale danno funzionale dell’apparato respiratorio secondario all’abitudine al fumo di tabacco.
- Valutare un eventuale danno funzionale respiratorio legato all’inquinamento o alla esposizione ad inquinanti lavorativi.
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