Non solo umidificatori e deumidificatori per il trattamento dell’aria delle nostre abitazioni.
In modo particolare nelle case in cui soggiornino pazienti affetti da malattie respiratorie allergiche (vedi “Malattie allergiche delle vie aeree”), specie se provocate
- dai pollini delle piante (vedi “Pollinosi”)
- dagli allergeni animali
- in parte anche dagli acari della polvere domestica (vedi “Asma allergico da acari della polvere: i consigli dello pneumologo”)
- o in cui siano presenti muffe alle pareti (vedi “ Asma, problemi respiratori e muffe nella casa: il parere dello pneumologo”)
la possibilità di modificare favorevolmente il microclima interno dell’abitazione con un purificatore d’aria può rappresentare talora un vantaggio, a patto che venga usato correttamente.
Gli apparecchi per la filtrazione e la depurazione dell’aria degli ambienti interni sono dispositivi offerti dal mercato per modificare la qualità dell’aria presente nelle nostre case, veri e propri elettrodomestici al servizio della salute respiratoria.
Il filtraggio attivo operato con l’impiego di apparecchi di volume contenuto consente, infatti, di ridurre la quantità di sostanze inquinanti e allergeniche disperse nell’aria della casa, riducendo, in questo modo, il contatto tra le mucose nasali e bronchiali e le molecole in grado di favorire l’irritazione delle vie aeree (infiammazione) e le manifestazioni allergiche delle stesse.
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Quando è utile filtrare l’aria di casa?
In quali casi potrebbe essere vantaggioso ripulire le nostre case dal materiale allergenico o dal particolato inerte sospeso nell’aria?
Probabilmente nel caso in cui in esse sia presente un paziente affetto da allergie respiratorie, dalle “semplici” forme rinitiche (vedi “Rinite allergica”) alle più impegnative manifestazioni cliniche di un’asma bronchiale (vedi “ Asma bronchiale: malattia da conoscere”).
Ma a parte le situazioni in cui la presenza di un paziente sensibilizzato ad allergeni inalabili comporti il vantaggio di ridurre la carica inquinante rappresentata dal materiale pollinico di volta in volta responsabile della malattia allergica respiratoria, anche in tutte le condizioni di elevato inquinamento dell’aria legato alla presenza dello smog urbano (vedi “Inquinamento urbano e cancro polmonare”) e d’inevitabile inquinamento degli spazi confinati delle abitazioni, potrebbe trovare utile impiego un filtraggio dell’aria interna in grado di ridurre la carica inquinante infiammatoria delle vie aeree (PM10 e PM2.5), spesso responsabile di un peggioramento della condizione respiratoria in pazienti affetti da malattie respiratorie croniche.
Tra queste la bronchite cronica, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’enfisema polmonare.
Nel presente articolo non prendo in considerazione apparecchi filtranti in grado di generare ioni (ionizzatori) o ozono (ozonizzatori), in quanto lo scopo del testo è quello di presentare una modalità di filtrazione dell’aria che consenta la riduzione delle sostanze organiche o inorganiche direttamente disperse in essa, e non già la modificazione delle caratteristiche della stessa aventi a che fare con una sua più o meno supposta maggior “salubrità” non ben misurabile e comunque difficilmente definibile.
Ricordo, infatti, come l’ozono, specie se prodotto in quantità elevate o mal controllate, non rappresenti un vantaggio nei termini di igienizzatore d’aria (potere disinfettante anti-batterico), ma rappresenti invece uno svantaggio netto legato alle sue proprietà ossidanti e fortemente infiammatorie sull’apparato respiratorio.
Specie nel caso di pazienti asmatici, la sua presenza può essere responsabile di crisi respiratorie talora gravi.
Come valutare l’acquisto di apparecchi filtranti?
Ogni apparecchio filtrante del commercio consta
- di una “unità di ventilazione”, in grado di far circolare l’aria all’interno del dispositivo, e
- di una serie di filtri (unità filtrante) in grado di depurarla, rimuovendo da essa tutte le sostanze presenti in sospensione.
Generalmente il blocco filtrante è costituito da un pre-filtro meccanico, in grado di trattenere le particelle di maggior diametro, e da un filtro HEPA (High Efficiency Particulate Air filter), generalmente in microfibra, che rappresenta il vero e proprio “polmone” purificatore.
Esistono filtri HEPA di diversa efficienza filtrante, con una possibilità di capacità filtrante che va dal 85% del materiale disperso (filtro H10), dei modelli del commercio di costo minore, per arrivare fino ai modelli più impegnativi da un punto di vista economico, in grado di raggiungere efficienze filtranti del 99,995% (filtro H14).
Questa è generalmente la gamma della qualità dei filtri disponibili per la filtrazione “normale” dell’aria domestica, anche se sono presenti in commercio unità filtranti con capacità di rimozione ancora superiori (impieghi industriali o impieghi sanitari particolari, quali sale operatorie, laboratori analisi, ecc.), in grado di giungere alla rimozione del 99,999995% del corpuscolato (filtro H17), tuttavia decisamente più cari e non giustificati (aria sterile) dall’impiego che in tale testo viene preso in considerazione.
E’ intuitivo il fatto che, se il paziente con malattia allergica respiratoria (asma o rinite) si mantiene asintomatico nel periodo in cui i pollini ai quali risulta sensibilizzato non sono presenti nell’ambiente, mentre diviene sintomatico in loro presenza, oltre alle terapie farmacologiche preventive e sintomatiche, ridurre nell’aria inspirata la presenza di materiale dotato di capacità allergenica può ridurre l’attivazione di quei meccanismi infiammatori dell’allergia che scompensano clinicamente il paziente, specie se lo stesso è portato a soggiornare in ambienti con presenza di allergene per lungo tempo (camera da letto durante il riposo notturno, uffici, ecc.).
Lo stesso, oltre ai pollini allergenici, vale anche per gli allergeni animali (vedi “Bimbo, animali domestici, asma e allergie respiratorie: i consigli dello pneumologo ”), in parte per l’acaro della polvere domestica e per i micofiti degli spazi confinati (muffe della casa).
E’ di fondamentale importanza mantenere gli apparecchi filtranti sempre ben puliti, garantendo la manutenzione e la periodica sostituzione dei filtri indicata dal costruttore e prevista per i vari modelli.
Questo per evitare che i filtri adusti si trasformino a loro volta in pericolose fonti d’inquinamento.
Oltre a ciò, nella scelta dell’apparecchio è indispensabile tener conto dei volumi degli ambienti da depurare, per evitare l’impiego di dispositivi filtranti troppo piccoli per gli spazi da trattare o troppo grandi ed inutilmente dispendiosi.
Anche il consumo elettrico va verificato prima dell’acquisto, anche se generalmente perfino gli apparecchi di maggior pregio in termini di capacità filtrante, non rappresentano un problema da questo punto di vista (bassi consumi per basse potenze d’esercizio).
Lo stesso costruttore, spesso, è in grado di indicare la migliore soluzione in grado di ottimizzare la corretta disposizione nell’appartamento dell’apparato filtrante e la scelta delle dimensioni e delle caratteristiche tecniche dello stesso finalizzate al miglior risultato.
E’ logico che sarà indispensabile, prima di tutto, limitare le fonti d’inquinamento degli ambienti interni, evitando:
- i ricambi dell’aria in periodo di pollinazione (le finestre vanno mantenute chiuse!)
- il fumo di sigaretta (vedi “Asma e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo” e “ BPCO e fumo di sigaretta: il parere dello pneumologo”)
- e gli inquinanti spesso liberati dai dispositivi che profumano gli ambienti (vedi “Asma e problemi respiratori da profumi, candele, oli e incenso: i consigli dello pneumologo”).
Fondamentale anche il mantenimento di una corretta igiene degli ambienti, come già ho consigliato in un altro articolo del presente sito (vedi “ Asma allergico e allergie respiratorie: 20 consigli utili per l’igiene della casa”).
Per una buona efficacia di tali apparati filtranti, consiglio di mantenerli attivi in modo continuo, per assicurare una detersione dell’aria dell’ambiente domestico, evitando al contempo impropri spostamenti di masse d’aria “inquinata” o di particelle inquinanti depositate sulle superfici (pavimento) provocati dalla messa in moto della ventola all’atto dell’accensione del depuratore.
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