Confusione mentale, rallentamento motorio e ideativo, pensiero rallentato, movimenti impacciati, insicuri e lenti in una persona anziana.
Da cosa possono essere causati?
Scopriamolo insieme nell’articolo di oggi.
Introduzione
Confusione mentale.
Rallentamento motorio e ideativo.
Pensiero rallentato.
Movimenti impacciati, insicuri e lenti.
Manifestazioni cliniche ad esordio rapido, che insorgono talvolta in poche ore o in qualche giorno soltanto, in assenza di deficit neurologici focali che consentano di riconoscerne una causa neurologica ischemica e che ho sentito descrivere dai famigliari con espressioni del tipo
- “Come se mia madre fosse diventata un Alzheimer in 2 giorni … ”
- “Non ha mai avuto problemi di questo tipo…. è come se la testa abbia smesso di funzionare …. si confonde … ha un comportamento strano …. ”.
Il nipote di un mio paziente mi riferiva che “il nonno è diventato scemo in una notte ….è irriconoscibile!“
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Quadri ben diversi dai deficit di memoria e di concentrazione a esordio lento e torpido nel tempo, di natura neuro-degenerativa cronica, che possono talora accompagnarsi, nell’anziano, anche alle patologie respiratorie croniche (vedi “Perdita di memoria e malattie respiratorie: lo pneumologo e la riabilitazione neuro-cognitiva”).
Attenzione a banalizzare l’eventuale comparsa di una sintomatologia neuro-psichica, giustificandola magari parzialmente “solo” con l’“età avanzata”.
Qualche volta, a giustificare tale sintomatologia psico-neurologica che insorga quasi “a ciel sereno” in assenza di una patologia vascolare cerebrale, è possibile riconoscere una tra le diverse patologie di seguito elencate, tutte aventi possibili legami con quadri respiratori bronchiali o polmonari di varia natura.
- Ipossia
Specialmente in pazienti con malattie respiratorie croniche, tra le quali la bronchite cronica, la broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) e l’enfisema polmonare, specie se gravate da insufficienza respiratoria (vedi “L’ossigenoterapia domiciliare spiegata dallo pneumologo”), è possibile assistere a un deterioramento cerebrale funzionale ad insorgenza rapida, secondario alla rapida diminuzione della quantità di ossigeno presente nel sangue arterioso, definita con il termine “ipossia” (vedi “Emogasanalisi arteriosa”).
Di ciò può essere responsabile un’innumerevole serie di patologie e di problemi di varia natura che possono aggravare l’insufficienza respiratoria già presente, magari corretta con l’ossigenoterapia domiciliare a lungo termine, fino a portarla a un punto in cui (caso classico è la riacutizzazione di BPCO) l’ossigeno circolante disponibile non è più sufficiente a supportare le molte necessità metaboliche del cervello, che in questo modo cessa di funzionare correttamente (encefalopatia acuta ipossica ). - Ipercapnia
Sempre per rimanere nell’ambito delle situazioni cliniche dei pazienti che presentino insufficienza respiratoria, altra causa di deficit funzionale dell’encefalo che può manifestarsi con comportamenti confusi e rallentamento psico-motorio fino alla sonnolenza diurna esagerata, è l’”ipercapnia”, intesa come quell’aumentata concentrazione di anidride carbonica nel sangue arterioso al di sopra dei valori fisiologici.
Tale condizione, spesso pericolosa in quanto non sospettata, può progredire fino al punto di determinare il coma (coma ipercapnico). - Febbre
Ma anche solo un “semplice” stato febbrile nell’anziano, sia esso determinato da una sindrome influenzale con temperatura corporea elevata o da una polmonite o broncopolmonite, può rendersi responsabile una sintomatologia “psichiatrica o neurologica” difficilmente spiegabile in una persona “normale” fino a poche ore prima. - TBC
La tubercolosi umana, specie quella con manifestazioni bronco-polmonari, può in molti casi rendersi responsabile di comportamenti “neuro-psichiatrici” dei più vari, legati allo stato febbrile ma soprattutto allo stato tossico generale (tossicosi endogena tubercolare) provocato dalla malattia o ad alcuni effetti secondari indesiderati legati ai farmaci anti-tubercolari impiegati per curare la malattia. - Metastasi cerebrali di tumore polmonare
Non infrequentemente, in pazienti portatori di un tumore ai polmoni o ai bronchi, è possibile che la malattia tumorale polmonare progredisca dando luogo a metastasi a distanza.
Nel caso in cui la neoplasia maligna si localizzi a livello cerebrale, essa può dar luogo a sintomi neurologici e neuro-psichici legati alla sua presenza (sindrome psico-organica), tra i quali non raramente stati confusionali, cefalea e rallentamento ideo-motorio, oltre alle più classiche manifestazioni focali da deficit motori e sensitivi o le crisi comiziali (accessi epilettici generalizzati). - Iponatriemia (iposodiemia)
S’intende con tale termine una ridotta concentrazione di sodio presente nel sangue al di sotto di 135 mmol/l., responsabile di sindromi confusionali spesso anche di notevole gravità fino al coma.
E’ questa un’evenienza non così rara, legata alla presenza di una sindrome da inappropriata secrezione dell’ormone antidiuretico (SIADH), che non infrequentemente accompagna malattie polmonari quali la tubercolosi polmonare e alcuni tumori polmonari dei quali rappresenta una complicazione paraneoplastica (vedi “Tumore del polmone e sindromi paraneoplastiche: il parere dello pneumologo”). Altre situazioni responsabili di iposodiemia sono rappresentate da un deficit degli ormoni tiroidei, dal deficit di cortisolo prodotto dalle ghiandole surrenali, dall’AIDS e dalla terapia diuretica con farmaci tiazidici.Specialmente nei pazienti anziani trattati con farmaci inibitori del re-uptake della serotonina (SSRI) per la presenza di una sindrome depressiva, non raramente presente in questa fascia d’età, la concomitante terapia con tali principi farmacologici accentua il rischio che si realizzi tale condizione clinica, peraltro già di per sé più frequente nell’età avanzata.
Alcuni farmaci, poi, sono responsabili di SIADH. Tra questi, alcuni sedativi come l’aloperidolo, gli antidepressivi triciclici, la morfina e alcuni antitumorali tra i quali vinblastina, vincristina e ciclofosfamide. - Farmaci impiegati nelle pluri-patologie associate dell’anziano
Talvolta la comparsa di una sindrome confusionale nell’anziano portatore di una malattia respiratoria cronica, non rappresenta altro se non l’effetto secondario di un concomitante trattamento con farmaci già impiegati per una o più patologie concomitanti.
Conclusione
Specialmente nei pazienti anziani affetti dalle malattie respiratorie bronco-polmonari di cui sopra, invito sempre a fare molta attenzione a banalizzare l’eventuale comparsa di una sintomatologia neuro-psichica, giustificandola magari parzialmente “solo” con l’“età avanzata”, senza prima aver escluso una o più delle diverse condizioni ricordate prima.
Esse, infatti, se correttamente individuate, possono spesso essere trattate in modo adeguato consentendo in molti casi al paziente un completato ripristino dell’efficienza cognitiva.
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